L’allerta gialla confermata neanche dieci giorni fa e il bradisismo che sale di livello, con centinaia di scosse in poche ore e un terremoto di magnitudo 4.4 che rappresenta la potenza massima da oltre quarant’anni. Cosa sta accadendo nei Campi Flegrei? Qual è il livello di allarme stabilito dalle autorità? E cosa è stato fatto negli ultimi mesi, dopo l’intensificarsi dei sismi nello scorso autunno? I piani previsti in zona seguono due direttrici: una legata alla possibile eruzione, l’altra al fenomeno del bradisismo. Per quanto riguarda l’allerta per una potenziale attività effusiva o eruttiva dei Campi Flegrei, pochi giorni fa la Commissione Grandi Rischi ha confermato l’allerta gialla. Come ha spiegato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, gli esperti valutano “periodicamente i risultati scientifici e fino a che non ci daranno segnali diversi la situazione resta questa”.

Gli ultimi dati disponibili
Il magma, ha confermato un recente studio dell’Ingv, si trova a 5 chilometri di profondità mentre sono più superficiali – tra 2,5 e 3,5 chilometri – i serbatoi di fluidi magmatici. Qualche segnale di instabilità era arrivato nell’ultimo bollettino dell’Osservatorio vesuviano, relativo alla settimana tra il 6 e il 12 maggio e pubblicato il 14: “Da gennaio agli inizi di aprile 2024, il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è stato di circa 10 millimetri al mese”, si legge nel bollettino ma nell’ultimo mese “il valore medio della velocità di sollevamento” è stato di circa 20 millimetri.

No allerta arancione (e cosa prevede)
Variazioni che nel complesso non sono ritenute significative per innalzare l’allerta da gialla (una fase in cui si intensificano i monitoraggi e le comunicazioni alla popolazione) ad arancione, un’opportunità che sembrava essere stata presa in considerazione lo scorso autunno prima di una precipitosa puntualizzazione da parte del ministro della Protezione Civile Nello Musumeci. Lo stato di allerta arancione è una fase di preallarme che prevede, tra le altre cose, tre mosse impattanti: il coordinamento sul campo della Protezione civile con l’attivazione della Dicomac, la Direzione di comando e controllo; l’evacuazione di ospedali e penitenziari all’interno della zona rossa e un contributo economico dello Stato a coloro che decidono di lasciare l’area interessata dal provvedimento.

Il piano per il bradisismo
In ogni caso, lo sciame sismico dello scorso autunno, aveva portato a un intervento per legge del governo. È stato ideato un piano, indipendente dal rischio vulcanico, che interessa un’area, quella in cui il sollevamento del suolo è stato superiore ai 10 centimetri e quella più vicina agli epicentri dei terremoti con magnitudo superiore a 2 registrati dal 1983 ad oggi, nella quale vivono circa 85mila persone. Della zona fanno parte parte dei comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli. Oltre alle campagne di comunicazione e alla previsione di incontri periodici con la popolazione, le scuole e le università, nonché l’installazione di cartelli multilingua, il provvedimento del governo prevede soprattutto l’analisi della vulnerabilità delle zone edificate e la verifica delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali, nonché un potenziamento della risposta operativa locale della Protezione civile con l’assunzione di personale. Processi che in questi mesi hanno iniziato a vedere la luce, ma ancora lontani da una realizzazione piena. L’allarme tra la popolazione, però, nel frattempo sale.

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