Televisione

“Mi davano della vipera bionda, antipatica e cessa, dicevano ‘ma perché non l’avvelenate?’”, lo sfogo dell’attrice di Doc Alice Arcuri

L'attrice ha raccontanto a Fanpage le offese ricevute quando interpretava Cecilia Tedeschi nella fiction di RaiUno

di Luca Guarneri
“Mi davano della vipera bionda, antipatica e cessa, dicevano ‘ma perché non l’avvelenate?’”, lo sfogo dell’attrice di Doc Alice Arcuri

Alice Arcuri abbiamo imparato a conoscerla tra le corsie di un ospedale. Un reparto speciale il suo, diretto da un Doc d’eccezione: Luca Argentero. L’attrice infatti ha vestito i panni di Cecilia Tedeschi, ex coinquilina di Agnese durante il periodo universitario. Ovviamente stiamo parlando del successo Rai “Doc nelle tue mani”, fiction che riprende quanto accaduto a Pierdante Piccioni. Arcuri, impegnata poi sul set de Il Clandestino e Viola come il mare 2, si è confidata in una lunga intervista a Fanpage.

Un viaggio a ritroso tra i sentimenti provati durante la messa in onda di Doc e gli insulti ricevuti sui social (per il suo personaggio e non per lei, ndr). “Quando giravo Doc leggevo cose molto brutte legate alla mia estetica. Non voglio fare polemica o politica, ma è un dato di fatto che questo tipo di commenti è rivolto alle donne e quasi mai agli uomini. C’era chi scriveva: ‘Ma perché non l’avvelenate?’, ‘Ma che vuole sta cessa?’ Però credo anche che se sono riuscita a rendere così tanto antipatico il mio personaggio, vuol dire che la mia interpretazione era credibile”, ha confessato Alice.

Per poi continuare: “Sono un animale molto pacifico ma non devo essere provocata altrimenti mi parte la brocca. Non mi dà fastidio chi non è puntuale ma non transigo sulla mancanza di studio degli altri. Sapere che io ho passato delle ore del mio tempo a studiare e a prepararmi sul copione e scoprire che invece qualcuno non l’ha fatto mi fa impazzire”. La chiacchierata è poi continuata circa la differenza che ancora oggi c’è nel mondo cinematografico tra uomo e donna: “Il problema per le donne nel nostro mestiere è che, oltre alla mancanza di parità salariale, il nostro invecchiamento incide sulla riduzione delle possibilità di lavorare. Ci sono pochissimi ruoli per le donne over 60 rispetto agli uomini della stessa età”.

Un momento difficile nella vita di Arcuri è stato scoprire di avere la displasia femoro-patellare, diagnosi che l’ha portata a lasciare la scherma: “È stato molto difficile, c’è voluto tempo per metabolizzare. Di quel periodo conservo ricordi confusi legati al dolore e alla sensazione di sentirmi persa senza un’attività che praticavo costantemente. Sono grata per aver avuto i mezzi e le possibilità per affrontare la situazione, non mi sono mai sentita una vittima, so benissimo che le cose sarebbero potute andare anche molto peggio”. Un rapporto con il proprio corpo che, inevitabilmente, è cambiato: “Ricordo che un medico mi disse: ‘Le donne con le gambe storte piacciono, quale è il problema?’ Non avevo mai fatto caso alle mie gambe, quando poi mi sono guardata allo specchio, le ho viste anche io così. Per anni non ho più messo gonne, ho avuto un rapporto pessimo con questa parte del mio corpo. Tutte le notti sognavo di subire interventi alle gambe”.

E ancora: “Negli ultimi dieci anni, soprattutto dopo che ho ripreso a fare sport, è iniziato un processo di accettazione. Ora amo il mio corpo perché è un corpo sano. Arrivata a 40 anni non mi interessa se le mie gambe siano storte o no, non mi domando neanche più se sia davvero così. A 17-18 anni la situazione era molto diversa”. Arcuri ha condiviso sui social la sua malattia, come già fatto in precedenza da Fedez e Eleonora Giorgi: “C’è la tendenza a idealizzare la vita delle persone che hanno fama e successo, invece rendere pubblica la propria imperfezione e fragilità è importante, soprattutto per i giovani. Fedez, per esempio, ha detto che la sua malattia non lo ha reso migliore. Anche quello è un modo di affrontare le cose”.

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