E pensare che tra la via di casa sua, lungo Boulevard du Jardin Exotique, e quella dell’Albert 1er, dove scatta il GP di Montecarlo, c’è una distanza di un quarto d’ora a piedi. La vittoria di oggi nel Principato Leclerc l’ha cercata a lungo. Anni di speranze, di sogni di alzare la coppa a fine gara davanti al Principe Alberto II (in lacrime sul podio a fine corsa per Charles), prima che le maledizioni con l’arrivo di ogni weekend in casa ne facessero da padrone. Alcuni esempi? La mancata qualificazione al Q2 nel 2019 o la non-partenza dalla pole nel 2021 per un problema al semiasse sinistro, durante il giro di ricognizione. Ma soprattutto la fallimentare strategia nel 2022 dell’ex stratega Iñaki Rueda, che operò due pit con il monegasco, quando la pista andava asciugandosi dalla pioggia, piazzando lui quarto e Sainz secondo, nonostante entrambi scattassero in prima fila. Stavolta, però, la “iella” non ne ha fatto da padrone e il monegasco ha potuto esultare, nel GP “che mi ha fatto venire la voglia di diventare un pilota di Formula 1”, ha detto commosso a fine corsa. E gli italiani hanno potuto godere per una domenica da incorniciare: la vittoria in rimonta di Bagnaia sulla Ducati a Barcellona, il trionfo della Rossa a Monaco.

Fare la pole a Montecarlo, come è noto da sempre, garantisce ampie possibilità di vittoria in gara. La domenica si tratta di scattare bene, di gestire ritmo e gomme, di non sbagliare la sosta per evitare gli undercut dei rivali e di non andare a muro. Leclerc lo ha fatto e ha potuto prendersi il primo successo in stagione. Mai e poi mai lo avrebbe lasciato. Deve accendere un cero alla Madonna invece Carlos Sainz, che era pronto a tornare a casa in anticipo dopo la foratura nel primo start, nel contatto al via con Piastri, ma è stato graziato dalla direzione corse Fia ed è potuto nuovamente scattare alla ripartenza dalla terza posizione, riuscendo a gestire su un Norris, apparso più pimpante a metà gara con le dure. Intelligente, come al solito, nel consigliare al suo ingegnere di pista, Riccardo Adami, di far rallentare Leclerc in testa così da non permettere il pit-stop libero a Norris, che nel frattempo stava allungando su Russell e cullava l’idea di inserire le medie per poter attaccare lo spagnolo nel finale. Leclerc però ha rifiutato il consiglio e ha continuato a spingere con una perfetta gestione della dura, strappando quando serviva per lo strappo finale su Piastri. Mentre Russell ha aumentato il passo, impedendo che Norris arrivasse a 20 secondi di vantaggio per la sosta.

Le previsioni della vigilia sono state mantenute: Ferrari favorita perché più prestazionale rispetto a Red Bull e McLaren sui fondi sconnessi e con un assetto migliore per poi cercare spinta in trazione in uscita curva. La McLaren, invece, conferma ancora gli enormi progressi che oramai durano dalla Cina, quando il team diretto da Andrea Stella ha portato i primi aggiornamenti di stagione per poi inserire il pacchetto aggiornamenti più consistente dal GP di Miami. La vettura di Woking è più guidabile e riesce ad avere grande bilanciamento, specie su quei circuiti da medio-bassa velocità con curve più lente e meno d’appoggio. Piastri ha le caratteristiche da predestinato e sta finalmente capendo di più l’auto dopo un avvio di stagione sempre dietro a Norris, il britannico ha chiuso quarto non potendo fare nulla in più come il suo compagno, considerando che l’obbligo del cambio-gomme (il passaggio annunciato dalla media alla dura) era già stato subito smarcato dopo il botto al via Magnussen-Pérez-Hulkenberg.

Verstappen con la Red Bull deve invece accontentarsi del peggior risultato di stagione (il 6° posto), in un weekend di sofferenza già annunciato. Il tocco dell’olandese in qualifica, con l’anteriore sinistra contro le barriere poco prima del tunnel, mostrava che la sua vettura era al limite e troppo nervosa, sofferente i ruvidi cordoli monegaschi che la facevano troppo saltellare. Una gara negativa può starci, consci che in Canada la storia sarà differente e che potrebbe tornare una battaglia con la Ferrari. Le caratteristiche di Montréal, una pista con lunghi rettilinei e curve veloci, dovrebbero esaltare le caratteristiche delle SF-24. Gli ingegneri di Maranello saranno in quel caso chiamati a trovare il giusto bilanciamento tra parte aerodinamica e la mappatura di motore, per sfruttare al meglio gli aggiornamenti portati a Imola domenica scorsa. A Barcellona, subito dopo, la storia potrebbe invece essere differente. La Red Bull sarà sicura favorita, in un duello che si prevede più acceso con la McLaren. Consci però che la vettura di Milton Keynes non è più da tre gare quella dominante vista dal GP di Spa 2022 in avanti, per tutto lo scorso Mondiale.

La cronaca di gara – Le emozioni a Montecarlo si sono più concentrate sul primo via di gara. Sainz ha provato il colpo su Piastri ma ha forato l’anteriore sinistra, tanto da essere costretto al ritiro, mentre l’australiano ha danneggiato il marciapiede esterno del fondo e ha perso carico. La gara però si è stoppata subito per il botto tra il “folle” Magnussen (che eccederà nei punti della Superlicenza e sarà costretto a saltare il Canada, sostituito probabilmente dal talentino di casa Ferrari OllieBerman) e Sergio Pérez, che ha distrutto la vettura e costretto al ritiro anche Hulkenberg. Prima della bandiera rossa ecco un’altra follia: poco prima del tunnel Ocon ha cercato il sorpasso sul compagno di Alpine, Gasly, e danneggiato la vettura, dovendo dire addo alla corsa ricevendo una penalità di 10 secondi da scontare con ciunque posizioni sulla griglia a Montréal.

Davanti i primi quattro sono passati dalla media alla dura. affrontando il GP per non fermarsi mai. Russell, Verstappen e Hamilton, invece, che sono passati alla media, hanno dovuto affrontare una gara di gestione della mescola, con Max e Lewis che hanno comunque effettuato la sosta per provare a mettere pressione a chi era davanti quando mancavano poco più di 20 giri alla fine. Nulla però è cambiato e gli sbadigli ne hanno fatto da padrone. Dietro a Lewis, settimo, si sono piazzati a punti Yuki Tsunoda, Alex Albon e Pierre Gasly, esattamente lo schieramento della griglia di partenza, a conferma di come su questa pista, a meno di problemi particolari, sia sostanzialmente impossibile sorpassare.

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