Quando si tratta di calcio, il senatore di Forza Italia e presidente della Lazio Claudio Lotito presidia in Parlamento le partite di suo interesse, anche quando non è membro ufficiale della squadra. Questa mattina Lotito, così appassionato da presentarsi alle feste con l’aquila mascotte della Lazio arrampicata sul braccio, è andato diligentemente a sentire le audizioni in commissione Cultura, anche se non ne fa parte. La VII sta svolgendo dall’inizio dell’anno un lavoro sulla riforma del calcio in vista di un eventuale intervento, materia delicata che sta coinvolgendo a Palazzo Madama tutto il settore: nell’ultima seduta sono intervenute la Figc, i presidenti di Juve, Milan, Napoli e Verona. Una seduta cruciale, al punto che Lotito, nonostante fosse fuori posto, ha deciso anche di fare un intervento.

Ore 10:31 lo streaming del Senato lo ha ripreso mentre sbracciava: “Il male nasce dagli interventi spot, invece di fare elementi complessivi. Siamo passati a un calcio che ormai è industriale”. Senza mai nominare la Lazio, ha proseguito: “Partecipare a un campionato superiore significa avere una situazione economica e non solo sportiva che permetta di competere”. Vincere il campionato, ha accusato, fino a oggi ha significato anche avere “deroghe allo stadio, o altre deroghe”; adesso, ha sentenziato Lotito, “dovremmo avere il coraggio di fare una norma complessiva”.

Dal fisco, alle scommesse, fino agli stadi, Lotito ha fatto capire cosa gli starebbe a cuore. Finora “la demagogia ha tolto la sponsorizzazione in diretta sulle scommesse”, perché “induce alla ludopatia, cose strumentali, non hanno senso. Questo mondo produce un miliardo”. L’anno scorso, ha ricordato con orgoglio, “ho fatto una battaglia (da senatore, ndr) per lo splittamento dei versamenti fiscali e oggi tutti riconoscono che quella norma ha portato risultati importantissimi per lo stato. Bisogna avere il coraggio all’interno del sistema”. Battaglia parlamentare che toccava anche la sua squadra. “Ci sono anomalie che vanno sanate, bisogna ripartire dalla legge istitutive e facciamo il percorso inverso: che cosa serve al calcio? Servono gli stadi? Regole? La terzietà? Più trasparenza per gli arbitri e la giustizia sportiva? Poi lasci la gestione alla giustizia sportiva, ma le norme le fa il parlamento”. Lotito, senatore e presidente, ha assicurato: “Non c’è invasione delle politica nello sport”. Nel suo caso non ha mai specificato che in effetti c’è coincidenza. La conclusione per lui è chiara: “Serve che il legislatore si assuma la responsabilità di rivedere il sistema che ha un valore, una valenza sociale e sullo stato di salute delle persone. Serve una legge di riordino”. Con un ultimo commento: “Senza stadi è come se uno ha il cavallo e non ha la stalla”.

All’uscita gli è stato chiesto se fosse andato lì apposta. La risposta è stata breve: “Ho sostituito Adriano Galliani”, senatore, a sua volta amministratore delegato del Monza, e a differenza di Lotito regolarmente membro della VII Commissione. Salendo sull’ascensore, Lotito ha evitato altre domande, magari sull’ipotesi di un suo conflitto di interesse. Anche perché tra gli auditi della mattinata c’è stato anche Paolo Scaroni, presidente del Milan, di Enel e finanziatore di Forza Italia. Al momento al Senato non ci sono proposte di legge, e il relatore dell’affare, Paolo Mareschi di Fratelli d’Italia – fanno sapere dalla commissione – non ha ancora spiegato dove vuole andare a parare la maggioranza. Il dibattito è aperto, e Forza Italia gioca sempre in casa.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Serie A e non solo, la guida al rebus panchine. I nuovi allenatori della stagione 2024/25: chi resta e chi va

next
Articolo Successivo

In dubbio la finale di Champions League 2027 a Milano: l’Uefa attende rassicurazioni su San Siro

next