“Purtroppo noi scontiamo una serie di diffidenze, omissioni, non si è mai fatta in quell’area una prevenzione vocale, di comunicazione. La gente non ha mai ricevuto concrete spiegazioni su quali sono i rischi legati al territorio in cui vive da generazioni. Noi riteniamo che una persona informata sia una persona consapevole, e questo sia il primo auto da compiere per l’auto protezione”. Così il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine del vertice interministeriale sull’attività sismica. Il ministro ha spiegato quindi, parlando dell’area dei Campi Flegrei in questi ultimi giorni colpita da scosse sismiche che stanno gettando nel panico la popolazione, che in quell’area dove “sono stati realizzati migliaia di edifici” e dove quindi “l’eccessiva antropizzazione di quel territorio, che andava impedita nel passato, oggi crea problemi anche dal punto di vista del piano di evacuazione”, sono necessari, in primis interventi di informazione alla popolazione.

Peccato che, pochi minuti dopo, nel corso della stessa conferenza stampa, il ministro abbia detto anche l’esatto opposto: “Noi abbiamo la necessità di dire alle persone che chi ha scelto di vivere nell’area dei Campi Flegrei sapeva di vivere in un’area difficile che presenta rischi. Non abbiamo la netta percezione dell’entità del rischio e della sua evoluzione. Ce ne ricordiamo solo quando la terra trema e questo è un grande errore e limite, serve una convivenza vigile. Se decidi di stare in quel luogo, sono luoghi meravigliosi, ci devi aiutare a promuovere una convivenza responsabile con una maggiore consapevolezza”

Musumeci ha quindi parlato di un monitoraggio che sarà fatto nei prossimi mesi per capire “quanti edifici resisterebbero alle sollecitazioni di un terremoto”, escluse “le case abusive e le seconde case”. Quindi ha concluso e ribadito: “È stato un errore nel passato incoraggiare nuove costruzioni in quell’area. E posso dire che questo governo si adopererà con un’apposita norma per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo. Non è possibile pensare a un piano di evacuazione preventivo e al tempo stesso un piano di sviluppo urbanistico”

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