Altri licenziamenti in casa Tesla. Stavolta è toccato all’intera divisione che si occupa delle stazioni di ricarica rapida “Supercharger”. Martedì scorso, infatti, la società di auto elettriche con sede a Austin, in Texas, ha fatto sapere di aver licenziato i due principali dirigenti del settore, Rebecca Tinucci e Daniel Ho e altri 500 dipendenti circa. L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha comunicato la decisione con un messaggio interno all’azienda definendola una misura per “rendere chiaro che abbiamo bisogno di essere assolutamente risoluti nel processo di ristrutturazione aziendale e di riduzione dei costi“.

Circa tre settimane fa, Musk aveva annunciato di aver licenziato 14 mila dipendenti, ovvero oltre il 10% della forza lavoro complessiva della casa automobilistica. La scelta era dovuto ad una duplicazione dei ruoli ma soprattutto alla necessità di ridurre i costi. Secondo Musk, parte della dirigenza non sta prendendo “sufficientemente sul serio” quest’ora di contenimento dei costi. Nel primo trimestre del 2024, la multinazionale americana aveva registrato un calo dei ricavi del 10%, il primo dal 2020. Il settore “Supercharger” è stato a lungo una delle ragioni del vantaggio tecnologico di Tesla sui concorrenti. E al momento non sono chiare quali ripercussioni avranno questi licenziamenti nel settore delle stazioni di ricarica per auto elettriche. Attualmente sono 50 mila le colonnine di ricarica Supercharger in tutto il mondo: 15 mila solo fra gli Stati Uniti e il Canada. Recentemente, erano stati firmati degli accordi con i competitors fra cui Ford, General Motors e Rivian per l’utlilizzo dei Supercharger

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Lavoro, le multinazionali non possono gestire tutto: serve un’economia pubblica e privata

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