La Camera ha dato il suo primo assenso al disegno di legge sull’autonomia differenziata: la commissione Affari costituzionali di Montecitorio ha completato l’analisi del testo, pianificando la discussione in Aula per lunedì 29 aprile. Il passo rafforza l’accordo tra la Lega e Fratelli d’Italia e, a sua volta, facilita l’iter in Senato per la riforma sul premierato, prioritaria per il partito di Giorgia Meloni. Le opposizioni avevano tentato di prolungare i tempi di discussione in commissione, e hanno ribadito una netta contrarietà al decreto, ritenendo che dividerà l’Italia e danneggerà il Sud. Di ben altra opinione i ministri Luca Ciriani e Raffaele Fitto, convinti che l’autonomia porterà benefici anche al Sud.

Dopo che venerdì sera la Capigruppo della Camera aveva confermato l’approdo in Aula del provvedimento per lunedi prossimo, le opposizioni hanno nuovamente sollecitato la richiesta dell’estensione dei tempi di esame in commissione, dove le votazioni hanno impegnato solo una settimana, a fronte dei tre mesi concessi al Senato in prima lettura nella stessa Commissione. Il presidente della commissione, Nazario Pagano (Forza Italia), rispondendo alle richieste del Pd, ha dichiarato di essere a favore di un’estensione dei tempi e di averne discusso con il presidente della Camera Lorenzo Fontana, ma che entrambi hanno trovato la ferma opposizione di Lega e Fratelli d’Italia. La discussione in Aula, iniziando alla fine di aprile, permetterà di regolare i tempi di esame nei mesi successivi, anche se Fontana li ha già raddoppiati; questo potrebbe portare a una approvazione da parte di Montecitorio prima delle elezioni europee. La Commissione ha concluso l’esame alle 18 di oggi, 27 aprile, votando circa cento emendamenti su un totale di 2200. Se l’Aula confermerà il testo approvato dal Senato, il disegno di legge del ministro per le Riforme Roberto Calderoli diventerà legge.

Le opposizioni hanno continuato a criticare aspramente il provvedimento sia in commissione che fuori, con Gianni Cuperlo che ha sostenuto che “distruggerà l’unità del Paese calpestando i principi di uguaglianza”. Una visione che è stata respinta dalla maggioranza. Alessandro Urzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione e relatore del disegno di legge, ha accusato le opposizioni di puntare all’immobilismo tramite ostruzionismo, evitando di discutere il merito del provvedimento. Il ministro Ciriani ha evidenziato che il via libera all’autonomia rappresenta un passo avanti anche per il premierato, che ora sarà discusso in Aula al Senato a partire da lunedì 6 maggio. “Noi siamo qui per garantire che nessuna riforma creerà cittadini di serie A e di serie B”, ha aggiunto Ciriani. Anche il ministro Fitto si è mostrato ottimista, affermando che “l’autonomia introdurrà meccanismi di responsabilizzazione dei gruppi dirigenti” e “non può che fare bene anche al Sud”. La ministra per il Sud Mara Carfagna, invece, ha espresso un parere più cauto, sottolineando l’importanza di non partire svantaggiati e l’esigenza di finanziamenti e un fondo perequativo per le regioni meno abbienti, elementi che al momento non sono presenti nel disegno di legge Calderoli.

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