Per Pompeiana, piccolo comune dell’imperiese non lontano dal mare, non ci sono buone notizie. Tutt’altro. Il Consiglio di Stato ha recentemente confermato la revoca del finanziamento statale per la realizzazione del laghetto artificiale, in località San Bernardo, all’interno di un Sito d’Interesse Comunitario. Si mette così fine ad una questione che si trascina da almeno 22 anni. Ma per il Comune si apre il capitolo del rischio dissesto finanziario.

“È una sentenza che rischia di far chiudere i battenti al Comune”, ha dichiarato a Riviera24.it il sindaco Vincenzo Lanteri. Aggiungendo che “il Comune è parte lesa. La mia speranza è che la Corte di conti arrivi in tempi rapidi ad accertare tutte le responsabilità in capo ai funzionari e all’impresa che hanno avuto un ruolo in questa storia”. Ma intanto il Comune è costretto a restituire alla Regione Liguria la somma di oltre 696mila euro “erogata a titolo di anticipazioni in corso d’opera”.

La vicenda ha inizio negli anni Novanta quando il Comune predispone un Piano Territoriale per l’Agricoltura, l’Agroindustria ed il Turismo (PTA), che prevede come opera principale, sulla collina alle spalle del centro abitato, in località S. Bernardo, un laghetto per l’accumulo di acqua irrigua, “al fine di soddisfare il fabbisogno delle coltivazioni esistenti e favorire lo sviluppo di nuove attività agricole specializzate, garantendo l’irrigazione anche nei periodi di siccità. L’opera era stata stimata in 1.700.000 Lire”, si spiega nella sentenza del Consiglio di Stato. Che ricostruisce minuziosamente le diverse fasi del progetto.

A novembre 2002 il Ministero delle Attività Produttive approva, nell’ambito del Patto Agricolo Territoriale Imperiese, il finanziamento di 847.764 euro, “la cui copertura finanziaria era posta interamente a carico della Regione Liguria”. Trascorre un anno. A novembre 2003 la Regione Liguria concede il contributo (al Comune), tramite la Società per la Promozione dello sviluppo Economico dell’Imperiese (SPEI).

Segue l’affidamento e l’esecuzione della progettazione ad un tecnico esterno, quindi l’espletamento di una gara in seguito alla quale, l’opera viene aggiudicata all’impresa CO.GE.CA. Che inizia e termina i lavori previsti. Quasi contestualmente alla dichiarazione di Sito di Interesse Comunitario di una vasta area nella quale è compreso il settore del Laghetto. Dichiarazione che avrebbe dovuto comportare, preventivamente alla sua realizzazione, una Valutazione d’Incidenza. Che non c’è stata. Come sottolineato anche dalla sezione ligure del WWF in una lettera inviata a dicembre 2006 ai diversi Enti locali coinvolti e al coordinamento provinciale del corpo forestale di Imperia.

Dopo l’erogazione della somma di 696.563,13 euro, pari all’82,16% del finanziamento complessivo, “nel 2007 veniva però accertata una notevole perdita di acqua, rendendo impossibile il collaudo dell’opera, e nemmeno ulteriori interventi di riparazione nel 2008 avevano reso possibile il funzionamento del laghetto”, si ricorda nella sentenza. Nel 2009 inizia una serie di vertenze tra l’ente locale, i progettisti, il direttore dei lavori e l’impresa appaltatrice. Ma non si arriva ad alcuna soluzione. Così nel 2016 il Comune segnala alla Sezione della Liguria della Procura Generale della Corte dei Conti quanto accaduto, con la richiesta di procedere nei confronti dei responsabili in relazione al danno.

Ma intanto a febbraio la SPEI comunica al Comune l’avvio del procedimento per la decadenza e quindi la revoca del finanziamento, al quale il Comune risponde, a maggio, con l’invio di una relazione tecnica che illustra l’iter che il Comune avrebbe intenzione di seguire per completare l’opera. Tutto inutile. La mancanza di fondi e la pendenza del procedimento di revoca impediscono di procedere.

A febbraio 2019 il Ministero dello Sviluppo Economico comunica l’avvio di un nuovo procedimento di revoca del finanziamento, permanendo l’incompletezza dell’opera. Il Comune non si da per vinto. A marzo ribadisce al ministero la volontà di completare l’opera, dopo aver illustrato le vicende amministrative e processuali che non avevano consentito la piena funzionalità del laghetto.

Ma a gennaio 2020 il ministero revoca definitivamente il finanziamento di 847.764 euro. A questo punto il Comune ricorre al Tar che a marzo 2021 ne rigetta la domanda. Motivo per il quale si appella, con la convinzione di andare verso un esito positivo della vicenda. “Il nostro obiettivo è vederlo terminato entro l’estate 2022″, dichiara a novembre 2021 il neo sindaco Vincenzo Lanteri.

Trascorrono ancora due anni. Nel Processo Amministrativo Telematico del marzo 2024, il Comune ribadisce ancora “la volontà ad integrare e così rendere funzionabile l’opera, e che la restituzione del finanziamento comporterebbe invece l’impossibilità di ultimare l’opera pubblica, oltre a determinare il dissesto finanziario del Comune”. Poco prima della metà di aprile la sentenza del Consiglio di Stato, nella quale si rileva che “A distanza di 5 anni dal provvedimento di revoca emerge peraltro che mancano ancora del tutto elementi significativi che possano dare garanzia al Ministero del compimento dell’opera”.

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