Centinaia di docenti sardi e siciliani saranno costretti a sborsare un sacco di soldi e ad abbandonare la famiglia per giorni, per poter svolgere la prova orale del concorso per maestri e professori. Per molti di loro il ministero dell’Istruzione ha deciso di assegnare la sede della prova della loro disciplina (definita in termine tecnico con una sigla alfanumerica) sulla terraferma. In Sardegna su 117 classi di concorso, 58 sono state conferite fuori regione con buona pace delle spese di trasporto e trasferta, compresi i pernottamenti, dei candidati. Una scelta denunciata dalla Flc Cgil ma anche dall’Asel, l’associazione degli enti locale sarda che è pronta ad inviare una lettera alla nuova Presidente della Regione affinché intervenga sul ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Il caos è stato determinato dal fatto che le aggregazioni sono state eseguite “in base a criteri esclusivamente numerici, senza tenere minimamente in considerazione le specificità delle isole”, ci spiega Emanuela Valurta, la segretaria regionale Flc Cgil. In tutte le regioni italiane molti candidati si dovranno spostare ma questo trasferimento per chi abita sulle isole ha un prezzo elevato, in tutti i sensi. Il meccanismo è il seguente.

Per la classe di concorso A017, ad esempio, che equivale a disegno e storia dell’arte alle superiori, sono state definite delle regioni responsabili (in questo caso, Calabria, Marche e Piemonte) che gestiranno le prove dei candidati provenienti da altre regioni. Nello specifico i sardi dovranno andare nelle Marche. “I nostri aspiranti sono 567. Molti di loro dovranno raggiungere la Toscana, la Liguria, il Veneto, la Campania. Ad oggi, tra l’altro, non si sa ancora in quali città. Un candidato di Nuoro, magari, dovrà arrivare a Savona. Per poter giungere in tempo (la traccia dell’orale viene estratta 24 ore prima ndr) la propria sede, la gente dovrà partire almeno due-tre giorni prima. Va detto che la cosiddetta continuità territoriale l’abbiamo solo su Milano e Roma. Pertanto, l’impegno economico e temporale richiesto ai docenti della Sardegna, potrebbe creare serie difficoltà e persino la rinuncia da parte di molti”, spiega Valurta.

Una questione che anche Rodolfo Cancedda, presidente dell’Asel ha preso in carico: “Perché non creare delle commissioni in Sardegna e costringere i docenti ad andare in sedi disagiate? Con il mio collega della Sicilia siamo pronti ad affrontare il caso a livello nazionale. Noi scriveremo già in queste ore un appello alla nuova Governatrice e all’assessore all’Istruzione ma se non basterà siamo pronti a manifestare a Roma”. Cancedda chiede l’attivazione urgente della Conferenza permanente Regione Enti Locali. La situazione è migliore in Sicilia dove Claudio Parasporo, segretario generale della Uil Scuola ci dice che anche lì molti candidati dovranno trasferirsi ma le regioni interessate sono solo Campania e Puglia: “Fino a due anni fa questa follia non accadeva. So di molte persone, magari precari, che saranno costretti a rinunciare perché non riescono a sostenere la spesa”.

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