“Il Pianeta contro la plastica” è il tema della 54esima edizione della Giornata della Terra, nata nel 1970 su iniziativa della ong americana earthday.org che, oggi chiede una riduzione del 60 per cento della produzione di tutte le plastiche entro il 2040. E il momento è cruciale: questa settimana, infatti, iniziano ad Ottawa, in Canada, le negoziazioni per il quarto e penultimo ciclo di negoziati delle Nazioni Unite, l’INC-4, per un Trattato globale sull’inquinamento da plastica. La posizione dell’Italia non è tra quelle più ambiziose e, di fatto, se questa settimana il Parlamento Ue sarà chiamato ad approvare anche il regolamento sugli imballaggi, vale la pena ricordare che l’Italia è stata l’unico Paese ad opporsi alla nuova misura e ai limiti più stringenti che riguardano anche la plastica. Ma è anche nel gruppo dei Paesi che hanno ostacolato un’altra norma europea su cui si voterà in questi giorni. Si tratta della direttiva sulla qualità dell’aria. E, anche in questo caso, l’Italia è messa male. Proprio in occasione della Giornata della Terra, Legambiente pubblica i dati del primo trimestre 2024, secondo i quali 8 città – quasi tutte al Nord – sono fuorilegge per le polveri sottili. In questo caso, non solo il governo Meloni e, in modo particolare, il ‘blocco Padano’ hanno remato contro la misura durante tutto l’iter, ma la Commissione europea ha avviato di recente una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto degli obblighi sulla qualità dell’aria. Questi i presupposti con cui il Paese si accinge, dal 28 al 30 aprile, a ospitare a Venaria Reale, vicino a Torino, il G7 dell’Ambiente che Pichetto ha presentato con dovizia di particolari proprio in questi giorni.

Dal Trattato sulla plastica al regolamento sugli Imballaggi Proprio in queste ore, invece, inizia il quarto ciclo di negoziati tra 175 Paesi per un Trattato globale vincolante che metta fine ai rifiuti di plastica. Un’analisi del Wwf sulle proposte avanzate dagli Stati Uniti sulla bozza zero del Trattato mostra come la maggior parte degli Stati sostenga l’inclusione di norme globali ambiziose e giuridicamente vincolanti lungo tutta la catena del valore della plastica. Questa posizione, però, non è supportata all’unanimità, perché continuano le resistenze da parte di un gruppo di Stati che si è opposto all’inserimento di una serie di misure cruciali nel testo finale del Trattato: il divieto a livello globale per quei prodotti in plastica dannosi e non necessari, la definizione di requisiti a livello di prodotto che portino a una riduzione nella produzione e a un incremento nei livelli di riciclo e riutilizzo dei prodotti in plastica e un robusto pacchetto finanziario a sostegno delle misure individuate. Quello che i Governi decideranno a Ottawa potrebbe quindi decretare la riuscita o il fallimento del Trattato. Sul fronte europeo, invece, in questi giorni il Parlamento sarà chiamato ad approvare il testo preliminare del nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio che, tra le altre cose, prevede l’introduzione obbligatoria di un sistema di deposito cauzionale per i Paesi, come l’Italia, che difficilmente raggiungeranno il 90% di intercettazione per i contenitori per bevande in plastica e metallo. E quello italiano è l’unico governo che in Europa ad essersi opposto (anche) a questa misura.

Qualità dell’aria: Italia tra polveri sottili e opposizione alla direttiva In occasione della Giornata della Terra, c’è chi sottolinea che “la cura e il benessere della Terra passano prima di tutto da una buona qualità dell’aria”. Lo scrive Legambiente e pubblica i dati del primo trimestre del 2024 sulla qualità dell’aria in città: da gennaio a marzo 2024 sono già otto quelle fuorilegge per le polveri sottili, avendo superato il limite previsto per il pm10 di 35 giorni in un anno solare con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Verona (Borgo Milano) con 44 giorni di sforamenti nei primi 91 giorni dell’anno, seguita da Vicenza (San Felice) con 41, Padova (Arcella) 39, Frosinone (scalo) 38, Brescia (Villaggio Sereno), Cremona (Piazza Cadorna), Torino (Grassi) e Venezia (Via Beccaria) con 36. Al limite Treviso (Via Lancieri) con 35 giorni di sforamento, Modena (Giardini), Milano (Senato), Monza (Via Machiavelli), Rovigo (Centro) 34. Da questo momento le città fuorilegge non possono più sforare e l’emergenza dovrà essere affrontata sistematicamente per il resto dell’anno, per evitare che il prossimo autunno, con il cambio di stagione, queste città rischino seriamente di doppiare gli sforamenti consentiti. “La situazione dell’inquinamento atmosferico nei primi 91 giorni del nuovo anno - spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – è davvero preoccupate. Serve un maggiore impegno e azioni concrete non più rimandabili, efficaci e ad ampio respiro, che vedano integrarsi politiche urbane, regionali e nazionali su temi trasversali legati ai principali settori emissivi come il traffico, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e le industrie”.

I banchi di prova per l’Italia, prima che inizi il G7 Ambiente Ma Legambiente pubblica i dati anche in vista di un altro voto importante: in questi giorni, il Parlamento europeo deve approvare proprio la direttiva sulla qualità dell’aria. E mentre più di trecentomila cittadini della Lombardia hanno già presentato manifestazioni di interesse per una class action contro i livelli di smog della Pianura Padana, l’Italia non solo ha remato contro durante tutto l’iter – soprattutto per opera del blocco Padano – ma è fresca di una nuova messa in mora arrivata a marzo 2024 da parte della Commissione Ue. Eppure l’Italia è il Paese che la prossima settimana ospiterà a Venaria Reale, vicino a Torino, il G7 dell’Ambiente che Pichetto ha presentato proprio in questi giorni. Si parlerà, tra le altre cose, di rinnovabili, sicurezza energetica, nucleare, politiche di adattamento. “A Venaria l’Italia arriva con idee chiare e con la determinazione necessaria per rendere questo G7 portatore di risultati reali e ambiziosi” ha detto il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin. Una cosa è certa: prima che il G7 abbia inizio, l’Italia avrà già affrontato tre banchi di prova, tre occasioni per mostrare che significato dà, concretamente, alla Giornata della Terra.

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