Chiariamoci: i cellulari sono utili, hanno rivoluzionato il nostro modo di lavorare, interagire, divertirci, informarci, spesso e volentieri rendendoci la vita più semplice. Ma come tutti gli strumenti a nostra disposizione il rischio di abusarne c’è e in alcuni casi si è arrivati a parlare di una vera e propria dipendenza (anche se bisogna ricordare che esistono precisi parametri medici per valutare uno stato davvero “patologico”).

Che sia il distarci da attività più importanti, ridurre il tempo che passiamo all’aria aperta e a fare del moto, interferire con il nostro ciclo del sonno, i cellulari possono – se mal sfruttati – comportare conseguenze negative che vanno monitorate e opportunamente affrontate. Ecco che viene in campo quello che viene definito “digital detox”. Esistono molti modi per fare una disintossicazione digitale: non è necessario aspettare una vacanza pe rintanarsi in qualche posto sperduto senza connessione, né comprare qualcosa di costoso. Una disintossicazione digitale può essere semplicemente un insieme di strategie che ti aiutano a riprendere il controllo su come usi il tuo telefono. La prima cosa da fare è monitorare il tempo che si passa sul proprio cellulare. Una cosa è la percezione personale dell’utilizzo dei nostri device; tutt’altro sono i dati effettivi. Se possediamo un iPhone con iOS 12 o successivi, possiamo vedere quante volte controlliamo il cellulare utilizzando il menu Tempo di utilizzo, presente nell’app Impostazioni. Sui telefoni aggiornati con Android 10 è possibile trovare tutte le statistiche di utilizzo del telefono aprendo le Impostazioni e poi toccando su Benessere digitale e controllo genitori. Si possono quindi trovare tutte le statistiche giornaliere sul tempo in cui lo schermo è rimasto acceso, sulle app usate, su quante volte si sblocca il telefono, sul numero di notifiche ricevute. Una volta presa consapevolezza della situazione gli strumenti di intervento sono molteplici. Puoi iniziare rivedendo le tue notifiche e decidendo quali “meritano di interromperti”.

Oppure puoi affidarti ad app come Digitox per Android che permette di limitare il tempo di utilizzo di determinate app. Su iPhone e iPad non hai nemmeno la necessità d’installare app di terze parti che limitino la tua attività, hai già una funzione nativa. Basta infatti andare nel menu Impostazioni e scorrere fino a trovare la voce Tempo di utilizzo per accedervi. E’ anche possibile – con Google Family Link su Android e con l’opzione In Famiglia di Tempo di Utilizzo su iOS/iPadOS – chiedere a qualcuno di nostra completa fiducia di darci una mano decidendo lui o lei i limiti del nostro utilizzo.

Un ulteriore “trucco” che si sta diffondendo è quello di affidarsi a modelli “retrò” di cellulari che supportino solo SMS e chiamate. Naturalmente tutto questo funziona a un livello base. Per cercare di modificare indirettamente il nostro rapporto con il cellulare, è molto più significativo un ripensamento della nostra quotidianità: si può ad esempio fare dello sport o iscriversi a un corso di lingua o di ballo e sfruttare l’abbrivio dell’”Impegno” per cambiare la nostra routine. Infine se l’utilizzo del cellulare dovesse iniziare a diventare davvero eccessivo, tanto da compromettere la nostra vita lavorativa, di relazione, o anche la nostra salute a più livelli (dalla mancanza di sonno fino all’obesità) il miglior consiglio è quello di rivolgersi ad un esperto adeguatamente qualificato, per impostare la terapia più adatta al nostro caso.

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