Max Verstappen vince il Gran premio di Cina 2024. Il dominatore della Formula 1 con la sua Red Bull ha compiuto l’ennesima cavalcata trionfale anche sul circuito di Shanghai: nemmeno l’asfalto umido e le Safety Car hanno mai scalfito la sua leadership. Alle sue spalle un’ottima McLaren con Lando Norris e l’altra Red Bull di Sergio Perez. Un passo indietro invece per le Ferrari, che per la prima volta in stagione non salgono sul podio: quarto Charles Leclerc, quinto Carlos Sainz. La posizione in griglia (partivano sesto e settimo) ha complicato la prima parte di gara, ma poi con l’ingresso della Safety Car le Rosse hanno avuto l’opportunità di giocarsi almeno il terzo posto. Questa volta però il passo-gara, soprattutto finché la gomma non entrava in temperatura, non era abbastanza buono. Menzione di merito per Fernando Alonso, autore di un’altra gara spettacolare, chiusa in settima posizione dietro a George Russell con la prima delle Mercedes. A completare la top ten Oscar Piastri, Lewis Hamilton e Nico Hülkenberg con la Haas.

Red Bull dominante – D’altronde con il suo passo nella Sprint Race, Max Verstappen aveva già dimostrato che fosse l’ennesimo weekend senza storie: 13”1 su Hamilton in 19 giri, rimontando dalla quarta posizione. Anche nella normale gara di domenica mattina, si è preso una vittoria comoda come in Giappone, dettando il ritmo e potendo conservare la gomma al meglio. Non sono bastate neanche le due Safety Car dovute agli out di Bottas e Tsunoda per cercare di mescolare le carte in pista. L’olandese si è preso la prima vittoria in Cina (la 58esima in carriera) e il 102esimo podio (è a -1 da Kimi Raikkonen). Altra gara anonima invece per Pérez, che non ha confermato il ruolo di pilota da secondo posto. Il messicano è stato sfavorito sicuramente dopo la prima Safety, trovandosi quarto dietro a Leclerc, ma non ha mai avuto il ritmo di uno strepitoso Norris, non potendo così portare la quarta doppietta in cinque GP per la Red Bull, che ha dato l’ennesima dimostrazione di forza. Dal GP di Cina 2009 a quest’ultimo GP di Shanghai, infatti, sono arrivate 117 vittorie del team di Milton Keynes, un numero mostruoso se confrontato ad esempio con i successi della Ferrari in questo arco di tempo (35 vittorie).

Ferrari, un passo indietro – Per la Ferrari è stato il primo vero weekend difficile, ancora una volta condizionato da una qualifica non all’altezza (con la scelta di puntare su un assetto più adatto alla gara) che aveva piazzato Leclerc e Sainz sesto e settimo, nonostante il testacoda dello spagnolo e la conseguente richiesta di penalità dell’Aston Martin non accolta dalla Fia. Partendo dal monegasco, si è trattato di una gara in chiaro-scuro. È stato ottimo sulle gialle nel primo stint di gara, rimontando fino alle prime posizioni e ritrovandosi terzo davanti a Pérez dopo la prima Safety, entrata in pista nel primo ritiro di Bottas con grande ritardo (nonostante finlandese e steward a bordo pista incapaci di spostare l’auto, altra dimostrazione di errore della Fia). Da lì, però, il ferrarista è andato in difficoltà con le bianche allontanandosi subito da Norris, dopo la seconda ripartenza di gara, ed è stato superato così da Pérez. Ha tentato di rimanere vicino al messicano con le gomme senza grande grip per sette-otto giri, prima di salire sull’1”40 e mollare accontentandosi del quarto posto.

Per Sainz (quinto) si è invece trattato di un weekend no: le scintille nel passaggio di Leclerc nella prima Sprint, il testacoda nelle qualifiche valide per la normale gara e un GP sempre dietro al monegasco, condizionato anche da un sorpasso di Alonso (su gomma Soft) tra una Safety e l’altra. Per la prima volta in stagione, escludendo il ritiro di Jeddah causa appendicite, lo spagnolo è finito dietro in gara rispetto a Leclerc dopo i podi di Bahrain e Giappone e la vittoria a Melbourne. Il GP di Cina, così, ha lanciato un messaggio chiaro e forte alla Ferrari: servono gli aggiornamenti per dare più sprint a una vettura che ha sistemato il problema del degrado-gomma ma (soprattutto con Leclerc) soffre nel metterla in temperatura. Le prime novità, relative al fondo, sono attese nel prossimo GP di Miami (5 maggio), il pacchetto più consistente (anche a livello di telaio) è atteso per il GP di Imola.

La McLaren c’è – Insomma, per la Ferrari serve dare una risposta alle rivali, tra chi a Shanghai ha portato i suoi aggiornamenti e chi, come la McLaren, conferma una crescita importante. Il team di Woking è l’unico che al momento può mettere sotto pressione Maranello, dopo essersi presentata in Cina con sospensioni più rigide e una vettura più scarica nell’assetto. Ne hanno così beneficiato le prestazioni in pista, anche a livello di consumo gomma. Norris, super per tutto il weekend, ha viaggiato poco sotto i tempi di Verstappen anche dopo la seconda Safety Car, mantenendo un ritmo (anche al via) imprendibile per le Ferrari. L’inglese, con la seconda posizione, si è preso un record non invidiabile: ha raggiunto Nick Heidfeld (ex Bmw e Williams) come pilota trovatosi in testa per otto volte in un GP chiudendo però alla fine secondo. Ma il talento c’è sempre stato e la speranza per il numero 4, prima o poi, è di vederlo lottare per la prima posizione, con o senza McLaren. A punti anche Piastri (ottavo) in calo nel finale su gomma dura: australiano aveva però danni al fondo della sua vettura.

Mercedes in difficoltà – Altra gara da dimenticare per la Mercedes, che sebbene si sia presa un sesto posto con Russell, scattato al via davanti alle Ferrari con Hulkenberg (decimo), si è ritrovata a sbagliare ancora una strategia di gara inserendo la gomma rossa al via a Hamilton, incapace di trovarci il giusto grip. Le parole dell’inglese via radio sono stati eloquenti: “Non vanno, sembra che la macchina sia rotta”. Bene come detto Alonso (settimo) nonostante una scelta rivedibile della Aston Martin di inserire anche qui gomma rossa tra le due Safety prima di ripassare alle dure, incommentabile invece Stroll (17esimo) che ha tamponato da dietro Ricciardo obbligandolo al ritiro. Quattordicesimo l’idolo di casa Guanyu Zhou, commosso nel saluto a fine gara dopo l’omaggio tributatogli dal suo pubblico.

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