Un uomo si è dato fuoco davanti al tribunale di Manhattan (New York) dove si stava svolgendo il processo all’ex presidente Usa Donald Trump. La notizia è arrivata mentre veniva completata la selezione dei 12 giurati, e i 6 sostituti, che dovranno giudicare il miliardario che aspira a tornare alla Casa Bianca. L’uomo, jeans e t-shirt grigia, ha lanciato in aria dei volantini, si è cosparso con un liquido infiammabile nell’area di un parco transennata per i fan del tycoon, nonostante le ingenti forze dell’ordine presenti. Il tutto è avvenuto anche davanti alle telecamere dei network che stanno coprendo l’evento giudiziario.

L’uomo sembra essere “un cospirazionista” ha detto la polizia in una conferenza stampa. E quella messa in atto potrebbe trattarsi di un’azione di protesta di un sostenitore dell’ex presidente. Alcuni dei volantini riguardavano l’ex presidente George W. Bush, l’ex vicepresidente Al Gore e l’avvocato David Boies, che rappresentò Gore nel riconteggio delle elezioni del 2000. I video online mostrano un uomo, inginocchiato con le braccia incrociate dietro il collo, completamente avvolto dalle fiamme. Sono poi intervenuti i mezzi di soccorso che hanno portato via l’uomo in barella. Le sue condizioni sono “critiche”.

Si tratta del quarto giorno di udienze per Trump: “Devo stare seduto qui tutto il giorno invece di fare campagna elettorale”, ha ribadito l’ex presidente definendo il procedimento per i pagamenti alla porno star Stormy Daniels “ingiusto”. “New York sta diventando una città molto corrotta per il business”, ha poi attaccato il tycoon. Incriminato poco più di un anno fa Trump è accusato aver comprato il silenzio di una ex pornostar, Stormy Daniels, durante la campagna presidenziale del 2016. Il processo è un un evento storico perché nessun ex presidente americano ha mai affrontato un procedimento penale ed è soltanto il primo di quattro per il tycoon. Sono 34 capi di imputazione contestati dai magistrati: in particolare di aver falsificato documenti aziendali per nascondere un pagamento di 130.000 dollari all’attrice e regista hard nel 2016 in modo che non rivelasse la loro relazione.

Oltre a Daniels, l’altra testimonianza clou sarà quella Michael Cohen, ex avvocato personale e faccendiere di Trump che ha già testimoniato contro di lui e ha materialmente staccato gli assegni per la pornostar e la coniglietta di Playboy Karen McDougal e poi, secondo il procuratore Alvin Bragg, è stato rimborsato dalla compagnia del tycoon che ha fatto passare le rate come “spese legali”. “Testimonierò e dirò la verità. E la verità è che io non ho commesso alcun reato”, ha dichiarato Trump qualche giorno fa attaccando Daniels e Cohen – “sono due bugiardi” – e il sistema di giustizia che lo “perseguita”.

A differenza degli altri procedimenti contro l’ex presidente – quello per il tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni vinte da Joe Biden in Georgia, aver istigato l’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e aver gestito in modo inappropriato carte classificate – questo è l’unico che potrebbe chiudersi entro novembre, ovvero prima delle elezioni, ed è quindi considerato il più significativo per il futuro dell’ex presidente. Gli avvocati del tycoon sperano in un’assoluzione piena ma se dovesse essere giudicato colpevole ogni capo di imputazione comporta un massimo di quattro anni di carcere.

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