Si sono incatenati e sono in sciopero della fame da oggi mercoledì 17 aprile le ragazze e i ragazzi dei collettivi che da tre giorni sono in presidio con le tende all’interno dell’Università La Sapienza. Tra loro Francesca Lini, studentessa di Mediazione linguistica, e Lorenzo Cusmai, che studia Filosofia. “Il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c’è più tempo – si legge in un appello scritto dagli studenti – Siamo incatenati e in sciopero della fame davanti al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d’Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio può produrre un importante cambiamento“. Gli studenti chiedono apertura al dialogo da parte della rettrice Antonella Polimeni e del Senato accademico. Nel comunicato diffuso i ragazzi si rivolgono “a tutti coloro le cui coscienze sono scosse dalle terribili immagini del genocidio in corso a Gaza, dalla preoccupante condizione in cui versano tutti i territori palestinesi sotto attacco continuo, e dalla possibilità sempre più reale di una escalation generalizzata della guerra in Medioriente e non solo”.

Nel frattempo nella giornata di oggi sono tornati liberi i due ragazzi arrestati dopo gli scontri con la Polizia di martedì. Lo ha deciso il giudice per direttissime che ha convalidato l’arresto della ragazza non disponendo misure cautelari. Nei suoi confronti l’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il processo ci sarà il 22 maggio: in aula ha respinto ogni addebito. È invece ancora in corso l’udienza per l’altro arrestato, un giovane di origini libiche a cui è contestato il danneggiamento. Anche l’altro studente è stato rimesso in libertà dopo aver convalidato l’arresto: il giudice monocratico di Roma al termine dell’udienza ha disposto la convalida dell’arresto rimettendo in libertà il ventisettenne libico accusato di danneggiamento aggravato. Il processo è fissato per il 23 maggio.

“Siamo arrivati alla scelta di questa forma di protesta non violenta, dopo mesi di una mobilitazione eterogenea e diffusa che ha visto in diversi settori della società una presa di posizione netta contro le guerre, per un cessate il fuoco, per fermare l’escalation in corso che rischia di trascinare il mondo in una terza guerra mondiale a pezzi. A tutto questo però è corrisposto soltanto un preoccupante avvitamento antidemocratico che nei casi più estremi si è tradotto anche in manganelli e violenza repressiva su studenti e studentesse, tanti gli ultimi eventi noti”, aggiungono spiegano di essere in sciopero della fame “perché il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c’è più tempo di aspettare. E siamo incatenati e in sciopero della fame al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d’Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento”.


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“Dai vertici dell’amministrazione però fino ad oggi non sono arrivati segnali positivi. Al contrario, la Rettrice Antonella Polimeni insiste nello squalificare le proteste degli studenti e nel silenziare le rivendicazioni del mondo accademico che pone la questione etica dell’utilizzo militare della ricerca scientifica. Un atteggiamento, quello della Rettrice della Sapienza, che distrae dal fulcro della questione che si vorrebbe mettere sotto il tappeto: l’ateneo, anzi la sua governance e in primis la Rettrice stessa, hanno le mani sporche del sangue dei palestinesi” denunciano i manifestanti chiedendo che “la Rettrice debba fare un passo indietro urgentemente, perché di fronte al genocidio del popolo palestinese e al rischio di un conflitto generalizzato, questa è l’unica scelta giusta” e invitano “tutti gli studenti, docenti, ricercatori e chiunque sia a favore della pace ad unirsi a noi nelle proteste di questi giorni”.

Al corteo di ieri martedì 16 aprile di fronte all’Università La Sapienza di Roma contro la collaborazione tra le università e Israele era terminato con gli scontri tra polizia e studenti. Due gli universitari arrestati, un ragazzo e una ragazza, tornati libera nella giornata di oggi 17 aprile. Secondo la Questura, tutto è nato quando un gruppo di circa 300 manifestanti ha tentato di fare irruzione nel Rettorato dell’Università La Sapienza dove era in corso il Senato Accademico e sono stati respinti dagli agenti in servizio di ordine pubblico. Altri manifestanti hanno organizzato un presidio davanti al Tribunale di Roma a Piazzale Clodio in solidarietà con gli studenti arrestati, che vengono giudicati oggi.

Intanto domani mattina alle ore 10 è prevista la Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. Quella di domani a Roma è una riunione mensile ordinaria e ufficialmente la questione del contestato bando del ministero degli Esteri per accordi di collaborazione tra le università italiane e israeliane che tanta tensione sta creando negli atenei, non è all’ordine del giorno. Ma dopo gli scontri di ieri alla Sapienza di Roma e il quadro delicato che si è creato in queste settimane in tanti atenei italiani, certamente si parlerà del tema e molto probabilmente al centro della discussione sarà un documento sulla sicurezza negli atenei di cui si sta occupando un gruppo di lavoro della Crui dal 15 marzo scorso.

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