Sono una decina i modelli di missili iraniani potenzialmente in grado di raggiungere e colpire il territorio di Israele. Secondo diversi osservatori la ritorsione di Teheran dopo l’attacco alla sede diplomatica di Damasco potrebbe avvenire con una combinazione di missili e droni. Sono armi di cui l’Iran, secondo l’intelligence Usa, ha di gran lunga la maggiore disponibilità nella regione mediorientale. Il loro numero complessivo non chiaro ma i modelli sono i seguenti.

Sejil È un missile balistico (traiettoria prefissata) a propellente solido capace di volare a 17mila km orari (Mach 15, o 15 volte la velocità del suono) con un raggio d’azione di 2.000-2.500 km e una testata di 700 kg.

Kheibar – Chiamato anche Khorramshahr 4, cioè di quarta generazione, può raggiungere la velocità di Mach 8 nell’atmosfera (16 fuori da essa) con un’autonomia fino a 2mila km con una testata enorme di 1.500 kg.

Emad – Stesso raggio d’azione del Kheibar, intorno ai 2mila km, viaggia a Mach 7,5, con una testata fino a 750 kg. L’Emad è considerato una delle armi più temibili dell’arsenale iraniano perché dotato di una testata guidata Marv (veicolo manovrabile di rientro), capace di improvvisi cambi di rotta anche una volta rientrata in atmosfera e di un sistema di guida preciso.

Shahab 3Missile balistico a carburante liquido derivato dal nordcoreano Nodong-1, quando trasporta una testata di 1.200 km a Mach 7 può raggiungere bersagli distanti solo mille km ma fino a 2mila km con una testata più piccola. È stato migliorato nella precisione con un sistema di guida cinese.

Qadr-110 – Noto anche come Ghadr-110, è il missile balistico di medio raggio ottenuto migliorando lo Shahab-3A. Viaggia fino a 1.950 km di distanza con velocità massima Mach 9 ed è capace di portare da 650 a 1.000 kg di esplosivo.

Paveh – Nuovo missile da crociera (ossia che percorre una traiettoria guidata) di lungo raggio, fino a 1.650 km di autonomia a 600-900 km orari.

Khaibarshekan – Svelato nel 2022, è un missile balistico a combustibile solido di medio raggio, può arrivare a 1.450 km di distanza a Mach 4, oltre 5.000 km/h. È forse il più temibile per lo scudo antimissile israeliano, perché altamente manovrabile, anche nella fase finale della traiettoria.

Fattah 2 – Missile da crociera ipersonico di ultima generazione, capace di volare come un aereo a Mach 5 per 1.400 km, ancora in parte in sperimentale. La rivista Janès lo paragona allo sperimentale X-51 Waverider, del quale gli manca però la presa d’aria caratteristica dei propulsori di tipo ‘scramjet’.

Haj Qassem – Svelato nel 2020, è un balistico di medio raggio, con velocità stimate fra Mach 5 e 12 e un raggio di 1.400 km. Prende il nome dal generale iraniano Qassem Soleimani, ucciso in un raid Usa a Baghdad nel gennaio 2020. È descritto come di difficile individuazione e di elevata manovrabilità.

Quanto ai droni, oltre ai ben noti Shahed, utilizzati dall’alleata Russia in Ucraina, l’Iran, che ne produce in grande quantità, ha nel suo arsenale un drone interamente autoprodotto, il Mohajer-10 con un’autonomia dichiarata di 24 ore, un raggio d’azione di 2mila km e una testata di 300 kg. L’Ong Arms Control Association di Washington ritiene che il programma missilistico iraniano sia basato principalmente su progetti di Corea del Nord e Russia e goda dell’assistenza tecnica della Cina. Malgrado le caratteristiche dichiarate, secondo il sito israeliano Channel 12, i missili balistici lanciati dall’Iran impiegherebbero 12 minuti per raggiungere i bersagli nello Stato ebraico, i missili da crociera due ore e i droni nove ore.

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