Mosca aumenta ancora la presenza militare in Ucraina a costo di alleggerire le truppe dislocate in Estremo Oriente, inclusa la flotta del Pacifico, per aumentare la pressione sull’esercito di Kiev. A darne notizia è l’intelligence militare ucraina che motiva la mossa di Mosca con le gravi perdite subite in oltre due anni di guerra che, a loro dire, hanno superato le 450mila unità. Resta da capire se, invece, questa non sia una mossa per imprimere ancora maggior forza a un’offensiva che, seppur a rilento, non sembra placarsi. Tanto da creare nuove tensioni diplomatiche tra la Federazione e i Paesi alleati dell’Ucraina. L’ultimo caso è quello che ha coinvolto l’ambasciatore francese a Mosca che è stato convocato dal ministero degli Esteri dopo le esternazioni del capo della diplomazia di Parigi, Stéphane Séjourné, secondo cui l’esecutivo Macron “non è più interessato” a discutere con Mosca. Parole definite “inaccettabili” dalla Russia: “L’ambasciatore francese è stato informato del carattere inaccettabile di tali dichiarazioni che non hanno nulla a che fare con la realtà”.

Mosca intanto sta dispiegando il personale della Flotta del Pacifico e della 11esima Armata dell’Aeronautica Militare per riparare alle perdite in Ucraina, oltre che per fornire personale a nuove unità militari, ha affermato l’intelligence ucraina secondo cui questi militari russi “non erano precedentemente direttamente coinvolti nelle ostilità contro l’Ucraina”. In base alle ultime informazioni, il comandante della flotta del Pacifico sta inviando circa 2mila membri del personale dall’Estremo Oriente russo in Ucraina. A questi si aggiungeranno altri 400 soldati della 11esima Armata, attualmente di stanza nella città di Khabarovsk, che si trova a circa 6.500 chilometri dall’Ucraina, al confine tra Russia e Cina.

Se Vladimir Putin ha definito il vertice globale sulla pace previsto per giugno in Svizzera un “fenomeno da baraccone, Volodymyr Zelensky tenta comunque di coinvolgere Paesi che con Mosca mantengono comunque un legame privilegiato e che, così, possono diventare dei messaggeri. È per questo che, dopo averlo incontrato al vertice di Vilnius, ha detto al nuovo presidente ungherese, Tamas Sulyok, di voler invitare anche l’Ungheria di Viktor Orban. “Zelensky – scrive il Kiyv Independent – ha anche invitato l’Ungheria a partecipare alla Dichiarazione di sostegno all’Ucraina del G7 di Vilnius e ha suggerito di avviare un accordo bilaterale di sicurezza tra i due Paesi”. Sarebbe la prima volta, dall’inizio della guerra, che Budapest prende parte a un’iniziativa che preveda l’invio di armi all’Ucraina. Fino a oggi si erano sempre rifiutati motivando la decisione col rischio di escalation del conflitto nell’area.