Non c’è pace per gli idonei non beneficiari delle borse di studio in Veneto: secondo i dati forniti dall’Unione degli Universitari, a Padova ci sono ancora 2470 studenti senza il contributo a cui hanno diritto. Con l’ultimo scorrimento di questi giorni, nell’ateneo patavino solo circa 200 studenti hanno ottenuto il sussidio; la maggior parte sono rimasti esclusi, pur avendone diritto secondo i parametri di reddito. Alla base c’è il buco dalla regione Veneto, che non ha versato abbastanza fondi per il diritto allo studio: una falla che, da quando il governo Draghi ha aumentato la platea di beneficiari, ha lasciato centinaia di ragazzi senza certezze. Nel mirino degli studenti c’è Elena Donazzan, assessora regionale all’istruzione di Fratelli d’Italia. A dicembre a ilfattoquotidiano.it aveva ammesso che i fondi stanziati non erano sufficienti, mentre nelle ultime settimane alla stampa locale si era detta “molto preoccupata per la copertura delle borse di studio” perché la regione non ha abbastanza risorse. “Ad oggi non ci sono i fondi”. Con l’ultima graduatoria in UniPd, in 200 hanno ricevuto il sussidio: gli altri, se non arrivano nuovi stanziamenti, restano senza fino a fine anno accademico. L’importo medio delle borse supera i 4mila euro: cifra che farebbe comodo a chi ha un Isee basso, vive in sede e ha buoni voti.

“Sapevamo che si sarebbe ripresentata la situazione dell’anno scorso – dice Francesca Pollero, rappresentante di UdU nell’Esu, ente regionale per il diritto allo studio – a Padova ci sono oltre 2400 persone che, pur avendone diritto, non hanno la borsa di studio. Sembrava che Donazzan dovesse coprire le borse, cosa a cui non abbiamo davvero creduto: avvicinandosi alle seconde assegnazioni ha cominciato a fare marcia indietro e a dire di vedersi preoccupata, dando la colpa ai governi precedenti. A livello legislativo, le borse di studio dovrebbero essere garantite dalle regioni. Oggi la situazione è davvero critica in Veneto, è assurdo trovarsi sempre a questo punto, ma non rimarremo fermi”. Secondo il sindacato studentesco la politica di FdI, candidata alle Europee, non sarebbe aperta al confronto. “Il suo slogan è “una di parola”, però per quanto riguarda il diritto allo studio non lo è mai stata. Ha detto che non vuole interagire con Udu perché non condivide le nostre idee, ma almeno con i rappresentanti degli studenti… Noi portiamo le necessità della comunità studentesca, ci interessa la copertura totale e aprire un tavolo di dialogo tra le rappresentanze studentesche e la regione. Ad oggi un affitto a Padova costa quasi 300 euro al mese, senza borsa di studio non è facile pagarlo”. All’università di Padova, che ha la più grande popolazione studentesca tra gli atenei veneti, il tema era emerso già nel 2018, con cifre ridotte. Oggi il problema è scoppiato e altrove non va tanto meglio: secondo i numeri dell’Udu, a Verona sono 1700 gli idonei non beneficiari, alla Ca’ Foscari di Venezia circa 700, allo Iuav (istituto di architettura veneziano) 446, il 60% degli idonei.

I politici padovani d’opposizione portano il tema in consiglio regionale. “La storia si ripete: lo scorrimento della graduatoria per l’assegnazione delle borse di studio ha coinvolto soltanto 200 studenti, lasciando ancora 2.400 di loro, seppur in presenza di tutti i richiesti necessari, senza contributo – attacca Elena Ostanel, de Il Veneto che Vogliamo – in questi giorni la giunta regionale ha presentato una variazione al bilancio da 14 milioni di euro nel quale non compare niente in più per l’istruzione universitaria. Incredibile che di investimenti per le borse di studio in questa variazione non ci sia neanche l’ombra; faremo degli emendamenti correttivi, non è questa la strada da percorrere per rispondere alle migliaia di studenti senza borsa di studio”.

“Nella sola Università di Padova 2.400 studenti aventi diritto sono rimasti senza borsa di studio. Invece che scaricare il barile dando la colpa ai precedenti governi, l’assessore Elena Donazzan si assuma le proprie responsabilità – aggiunge Arturo Lorenzoni – non garantire le borse di studio a tutti gli idonei è il primo modo per disincentivare gli universitari a costruirsi un futuro in Veneto. Si faccia sentire dai suoi compagni di partito per risolvere questa situazione vergognosa”. Situazione per la quale, ad oggi, migliaia di giovani veneti (e non) restano senza i soldi a cui hanno diritto per studiare. E per vivere.

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