“Il ddl all’esame di quest’aula prevede che i materiali sequestrati non possano essere utilizzati per reati diversi da quelli per i quali sono stati autorizzati i sequestri, tranne che per i delitti per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza, tra i quali ovviamente non rientrano la corruzione e altri reati dei colletti bianchi“. Lo ha detto il senatore M5S Roberto Scarpinato nella dichiarazione di voto sul disegno di legge della maggioranza in materia di sequestro di strumenti elettronici. “Allo stesso modo -dice il pentastellato- il ddl della maggioranza impedisce al pm il potere di sequestrare documenti e dati non assimilabili al concetto di corrispondenza, come la documentazione bancaria o contabile aziendale, se contenuta nei supporti informatici, come le pen drive: si impone una lunga e farraginosa procedura, un vero e proprio sfiancamento delle indagini che determina un enorme spreco di risorse e di tempi”. “Un altro piccolo capolavoro di ingegneria giuridica idoneo a ingolfare ulteriormente uffici giudiziari già allo stremo per carenza di mezzi e risorse. In questo Parlamento sembra di vivere in un’altra Italia: mentre il paese reale è dissanguato da un esercito di comitati di affari in combutta con clan mafiosi, nelle aule parlamentari la principale preoccupazione della maggioranza non è quella di contrastare la corruzione e la mafia dei colletti bianchi, ma, al contrario, quella di contrastare la magistratura, gli organismi di controllo ed il giornalismo investigativo indipendente. In Parlamento si confrontano le rappresentanze politiche di due Italie diverse: quella dei potenti intoccabili e quella dei cittadini che credono ancora nei valori della giustizia e della legalità” conclude l’ex pm.

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