Dice di essere andato a inaugurare un torneo di calcio a Volpiano, in provincia di Torino, un paesino recentemente finito al centro delle cronache perchè ospita una locale di ‘ndrangheta. E a invitarlo fu Salvatore Gallo, il ras dei voti del Pd nel capoluogo piemontese, finito sotto inchiesta nell’ultima inchiesta della procura sulle infiltrazioni nei cantieri autostradali. È una strana avventura quella capitata a Ciccio Graziani, calciatore campione del mondo 1982 e storico attaccante dell’ultimo Torino in grado di vincere lo scudetto. Era il 1977 e Graziani era uno dei due “gemelli del gol” insieme a Paolo Pulici. Negli anni successivi è rimasto legato alla città della Mole, dove ha conservato alcuni amici come Antonio Esposito.

È a causa di questo legame se Graziani è finito citato nelle carte dell’ultima inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nei cantieri autostradali della Torino-Bardonecchia e nell’Alta velocità. Già condannato per associazione per delinquere finalizzata all’usura ed estorsione, Esposito è citato varie volte nelle carte dell’inchiesta sulle infiltrazioni criminali che ha portato a nove arresti. Tra questi c’è il suo amico Roberto Fantini, già ad della Sitalfa, costola di Sitaf Spa, oggi al 66% del gruppo Gavio (totalmente estranea all’indagine) ma fino a quattro anni fa controllata da Finanziaria Città di Torino holding e Città metropolitana di Torino. Oggi Fantini è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Graziani è legato da molti anni a Esposito e Fantini per motivi calcistici: sono tutti tifosi del Torino.”Tonino Esposito voleva che Roberto gli desse dei lavori, ma Roberto rispondeva: io faccio dei bandi di concorso, non posso dare il lavoro a chi voglio io”, ha raccontato l’ex calciatore al quotidiano La Verità. Graziani racconta anche di aver conosciuto Salvatore Gallo, storico ras delle tessere del Pd, padre di Raffaele, ex capogruppo dem in consiglio regionale che si è appena dimesso. Anche Gallo è indagato nell’inchiesta, anche se non per reati di mafia: i pm lo accusano di estorsione, peculato e corruzione elettorale. “L’ho conosciuto quando lui e Roberto organizzarono un torneo e mi chiesero la cortesia di andare a tirare il calcio d’inizio. Cosa che puntualmente feci”, dice l’ex calciatore. A quando risale il torneo? “Una quindicina di anni fa, se non ricordo male in un paese di nome Volpiano“, risponde Graziani, che dunque cita il paesino al centro dell’inchiesta visto che è la sede della cosca di ‘ndrangheta infiltrata negli appalti delle autostrade. Graziani, però, di tutto questo no sa nulla: “Ah, ho capito, non lo sapevo. Comunque il nome Gallo non mi è nuovo. Io lavoravo a Mediaset, era una domenica, ho preso la macchina, sono andato, ho fatto quello che dovevo fare e sono venuto via. Se non ricordo male ripartii anche subito. Un favore di questo tipo a Roberto glielo facevo volentieri“. L’ex numero 11 del Torino non nega di aver potuto incontrare esponenti della ‘ndrangheta: “Nella vita non si può mai sapere, vai a sapere quello che può succedere, involontariamente possono capitare incontri di questo tipo”. Graziani, in ogni caso, ignorava il ruolo politico di Gallo: “Che io ricordi no. Se lo dovessi incontrare per strada non saprei riconoscerlo”.

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