Si sta rivelando un travaglio la formazione della nuova giunta dell’Abruzzo. A un mese dalla rielezione del 10 marzo scorso, il governatore di Fratelli d’Italia Marco Marsilio non ha ancora trovato del tutto la quadra con gli alleati. Nei giorni scorsi Lega e Forza Italia hanno fatto saltare il tavolo delle trattative, in polemica con lo “strapotere” del presidente meloniano, che vuole riservare due assessorati su sei a FdI e uno alla sua lista civica, lasciandone solo uno ciascuno al Carroccio, al partito azzurro e a Noi Moderati. “Se il presidente non ragiona, sarà appoggio esterno”, ci si era spinti a dire. Il rischio concreto era che Marsilio non arrivasse pronto alla prima seduta del Consiglio regionale, prevista mercoledì 10 aprile, in cui dovrà presentare la squadra di governo per i prossimi cinque anni.

Martedì, dopo un vertice di tre ore all’Aquila, l’impasse si è parzialmente sbloccata: a quanto si apprende, Marsilio ha scelto di venire incontro a Forza Italia, che forte del suo 13% alle urne (con quattro consiglieri eletti) ha ottenuto anche la presidenza dell’assemblea regionale e il sottosegretario alla presidenza della giunta. Per riequilibrare, FdI passerà da due a tre assessorati, occupando pure la poltrona destinata in origine a Noi moderati (2,6% e un consigliere), che dovrà accontentarsi della vicepresidenza dell’assemblea. Rimane delusa invece la Lega, grande sconfitta della tornata elettorale (solo due consiglieri eletti con 7,5%), che resta a un solo assessore senza nemmeno un posto di consolazione: per questo l’appoggio del Carroccio non può ancora essere dato per scontato. Nel pomeriggio Marsilio sentirà a telefono il coordinatore regionale del partito di Matteo Salvini, il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo.

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