Dietro la frattura la sfida. All’indomani della rottura consumata a Bari sulla scia dell’inchiesta per voto di scambio che ha coinvolto l’ormai ex assessora Maurodinoia, Giuseppe Conte torna a parlare della scelta di cancellare le primarie del centrosinistra nel capoluogo pugliese, e anzi rilancia nel campo del PD la responsabilità: “Se Schlein volesse mantener fede all’impegno preso a marzo del 2023 quando fu acclarata segretario del partito democratico al grido di ‘libererò il partito democratico da ‘capibastone’ e ‘cacicchi’ lei troverebbe in me il più grande partner”.

Una sfida in piena regola, quella lanciata da Conte durante la registrazione di Accordi & Disaccordi, in cui l’ex premier ha respinto l’accusa di sabotaggio dell’alleanza all’interno dell’ormai disciolto campo largo. Conte, anzi, si è detto “dispiaciuto” dalle parole pronunciate da Schlein sul palco di Bari solo venerdì, che suonano “come uno spartito” che “suonava stridente”. “Avevo avvertito – ha aggiunto Conte – che se ci fossero state altre indagini non avremmo potuto restare indifferenti”.

Il presidente del movimento 5 stelle ha anche criticato il meccanismo delle primarie, “in cui il Pd vince sempre” perché “più attrezzato”. Per questo, dice, aveva chiesto di modificare il meccanismo introducendo una pre-registrazione dei votanti a cui i dem avrebbero detto di no. Quanto all’ipotesi di un terzo nome che riporti unità, Conte si è detto scettico, ribadendo il sostegno a Laforgia.

Tra un attacco al centrodestra che “non deve parlare o alzare la testa” rispetto alle pressioni che hanno portato alla istituzione della commissione di accesso e una critica a Renzi, che ha invitato provocatoriamente i 5 stelle a ritirare il proprio assessore dalla giunta regionale, l’ex presidente del Consiglio ha annunciato novità per i prossimi giorni: “Da domani saremo concentrarti sulla questione pugliese e vedrete che ci sarà una rivoluzione. Ritirare l’assessore? – ha concluso – siamo ancora più ambiziosi”.

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