Aveva invitato i professori a non fissare verifiche durante il Ramadan ed evitare di consumare cibo e bevande all’interno dell’istituto durante le ore di digiuno. Ora, però, arriva il dietrofront della preside. La circolare emanata a fine marzo dalla dirigente dell’Istituto comprensivo Bertesi di Soresina (provincia di Cremona), Daniela Romano, è stata ritirata. Le ragioni? L’intervento del Ministero dell’Istruzione e del Merito: “Si informa che nella giornata di ieri la stessa dirigente scolastica ha comunicato formalmente al personale della scuola il ritiro della nota in quanto avrebbe potuto generare disagio e confusione nella comunità scolastica. Tale decisione è stata anche il frutto dell’intervento e della proficua interlocuzione che il Ministero ha tenuto con la dirigente”, spiega il Ministero.

L’iniziativa aveva provocato le proteste di alcuni genitori e innescato una polemica politica: i consiglieri comunali della Lega a Soresina definiscono “inaccettabili sia le premesse sia il contenuto” dell’atto firmato dalla preside, “che di fatto realizza un trattamento di favore, non richiesto e non previsto, nei confronti degli alunni che professano una certa religione”. “Ho solo inviato una circolare come ho già fatto lo scorso anno seguendo una prassi consolidata che non prevede né chiusure né iniziative di alcun genere”, aveva replicato la professoressa Romano. Chiarendo: “Il contenuto della nostra circolare è solo quello di fornire un contributo per promuovere un ambiente inclusivo e rispettoso in cui tutti gli individui si sentano accolti e supportati”.

Una polemica culminata nell’intervento del Ministero, in linea con altri recenti episodi, come il caso di Pioltello, dove però il preside non ha mai fatto passi indietro rispetto alla propria decisione di chiudere l’istituto in occasione della festa di fine digiuno. Un interventismo ministeriale biasimato, però, dai sindacati della scuola. Come spiegato a Ilfattoquotidiano.it da Jessica Merli, segretaria generale di Flc Cgil Milano, in merito alla gestione didattica dell’occupazione dell’Istituto Severi Correnti di Milano, secondo il sindacato “l’ingerenza di Valditara è indebita. Proprio come accaduto nella scuola di Pioltello, dove però il preside ha resistito alle pressioni: si tratta di bullismo istituzionale“.

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