Una scalata politica iniziata nel 2009 con l’elezione in consiglio provinciale a Bari con il centrodestra. Poi, moltiplicando di anno in anno i voti, “miss preferenze” conquista un seggio nel capoluogo e raggiunge anche la Regione dove, fino a oggi, è stata assessora ai Trasporti e Mobilità sostenibile. Una carriera politica sempre in crescendo quella di Anita Maurodinoia, che ha subito uno stop solo oggi, con le sue dimissioni a seguito dell’inchiesta per corruzione elettorale che la vede tra gli indagati. Tra gli arrestati c’è anche suo marito Sandro Cataldo: secondo gli inquirenti avrebbe acquistato voti per 50 euro a preferenza.

I primi passi in politica – Nata ad Hamilton, in Canada, nel 1975, Maurodinoia nel giugno del 2009 inizia la sua avventura politica candidandosi alle provinciali a Bari: con 3.076 voti ottenuti nel collegio di Triggiano entra in consiglio con la lista civica a sostegno di Francesco Schittulli, che in quell’occasione verrà eletto presidente con una coalizione di centrodestra. Due anni dopo punta alla carica di sindaco di Triggiano, comune di poco meno di 26mila abitanti in provincia di Bari, candidandosi con il sostegno del movimento di Schittulli, del Pdl e altri partiti di centrodestra. Nonostante i 5.719 voti (pari al 34,31%) non verrà però eletta primo cittadino ma diventa consigliere comunale.

Dalla provincia al capoluogo – Nel 2014 cambia Comune e punta al capoluogo. Con 3.080 voti risulta la candidata al consiglio comunale di Bari più votata. “Ho preso più voti di Pinuccio Tatarella (storico esponente della destra barese, vicepresidente del Consiglio Ministro delle poste e delle telecomunicazioni del primo governo Berlusconi, ndr) che vi devo dire…”, commenta in quell’occasione soddisfatta per il boom di voti. Viene anche eletta al Consiglio della Città Metropolitana di Bari. Su di lei così si accendono i riflettori: oggi i pm – richiamati dal gip nell’ordinanza – ricordano che in quell’occasione venne eletta con “clamore mediatico per via del risultato legato al numero di preferenze a lei attribuite (la più suffragata con oltre 3000), guadagnandosi il titolo di ‘Miss preferenze'”.

Dal centrodestra al centrosinistra – Arriva anche il momento della svolta politica. Dopo avere seguito le orme dell’oncologo presidente della provincia di Bari, Anita Maurodinoia passa al centrosinistra. Nel 2015 è candidata nella lista del Pd alle regionali pugliesi, sostenendo la candidatura a presidente di Michele Emiliano. Raggiunge le 7.747 preferenze e il quarto posto in lista, ma risulterà la prima dei non eletti. Le porte della Regione però si aprono nel 2018: dopo l’elezione alla Camera di Marco Lacarra, si libera un seggio e subentra proprio lei.

Raddoppia i voti e diventa assessora – Ma c’è tempo per battere ancora i record. Lo fa nel 2019 ricandidandosi alle comunali di Bari. I 3.080 voti che le avevano permesso di essere la più votata nel 2014, adesso raddoppiano. Miss preferenze raggiunge la cifra di 6.234 voti con la lista Sud al centro, movimento fondato dal marito, a sostegno del candidato sindaco Antonio Decaro. In pratica Anita Maurodinoia ottiene, da sola, il 3,5% dei voti espressi in quella tornata elettorale (quando i votanti sono stati 179.905). Al Comune di Bari resterà ancora per poco. Alle regionali del 2020 viene riconfermata consigliere con 19.844 preferenze (12mila in più di 5 anni prima). Si dimette da consigliere comunale di Bari e per lei arriva anche la nomina ad assessora ai Trasporti e Mobilità sostenibile nella giunta di Emiliano.

Le altre inchieste – Una carriere politica in ascesa bloccata dall’inchiesta della Procura di Bari. Ha rassegnato le dimissioni da assessora e il presidente Michele Emiliano le ha accettate. Il nome di Anita Maurodinoia era già comparso nell’inchiesta su mafia e politica che ha portato diverse persone in carcere, compresa una consigliera comunale di Bari. L’assessora, era emerso successivamente, risultava indagata dal 2019 per voto di scambio politico-mafioso. “Apprendo solo da organi di stampa di essere indagata, consapevole della mia assoluta estraneità a qualsivoglia ‘combine’ elettorale o illecito di qualsiasi tipo. Constato, da quel che mi è dato leggere che fonte di prova sarebbero intercettazioni – aveva dichiarato la politica – tra persone che non conosco, le quali, oltre me, nominano, con disinvolta leggerezza, soggetti, anch’essi, non coinvolti nei tristi fatti agli onori della cronaca”.

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