Giorgia Meloni scredita l’Italia se ministri con accuse così gravi restano al loro posto. Sta dando un segnale non solo all’Italia, ma anche all’Europa della considerazione che ha delle istituzioni. È l’amichettismo che prevale su tutto”. Ad attaccare è il presidente M5s Giuseppe Conte, nel giorno dell’esame a Montecitorio delle mozioni di sfiducia contro i ministri delle Infrastrutture Matteo Salvini e del Turismo Daniela Santanché.
Banchi del governo vuoti, Santanché e Salvini assenti nel corso del dibattito in Aula? Questo governo dice spesso di metterci la faccia, spesso è una faccia di bronzo, in questo caso nemmeno ce la mettono”, aggiunge Conte, a margine di un presidio organizzato a Roma dai giornalisti Agi che si oppongono alla vendita dell’azienda all’editore e deputato leghista Antonio Angelucci. Respingendo poi il “garantismo” invocato da Italia Viva di Matteo Renzi come motivazione per non accodarsi alle richieste di un passo indietro portate avanti dalle opposizioni contro i due ministri: “Il garantismo per cosa? Qui la garanzia è che stiamo disonorando le istituzioni, al contrario. Il garantismo è una cosa seria, non lo invochiamo fuori luogo. Ci sono delle garanzie costituzionali, che riguardano i processi, vanno garantite a tutti gli indagati e gli imputati, ma è una cosa ben diversa. Qui stiamo parlando di un principio di responsabilità politica, di opportunità e la presidente Meloni scredita l’Italia”.
Parole condivise anche dai leader di Azione e Sinistra italiana, Carlo Calenda e Nicola Fratoianni, anche loro presenti come Conte al presidio Agi. “L’assenza dei ministri in Aula è l’ennesimo atto di arroganza e di spregio. Molto grave sul piano simbolico. Del resto questa è la maggioranza che vuole svuotare il Parlamento e fare il premierato, quindi non sorprende”, spiega il deputato di Alleanza Verdi Sinistra. Mentre Calenda attacca: “Salvini non ha trovato il tempo, dopo mesi, di scrivere un’email: ‘Caro Vladimir, con questo disdico il nostro accordo”, mentre Santanché ha messo in atto comportamenti platealmente incompatibili con la rappresentanza di un settore come il turismo”. E ancora: “Una cosa è essere garantisti su ciò che attiene ai procedimenti giudiziari, una cosa è non considerare l’etica pubblica come un fatto fondante della politica”.
“Tireranno avanti, pensano che governare sia comandare. Fanno finta di nulla di fronte a imputazioni e accuse pesanti, quando in passato chiedevano dimissioni ad altri per questioni minori. E trattano il Parlamento come trattano i magistrati, le autorità di garanzia, i giornalisti. Questa è la destra in tutta Europa. In fondo a questa strada c’è Orban“, ha concluso l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani.
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