di Matteo Bortolon

Nel romanzo 1984 di G. Orwell la società è dominata da tre slogan: “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù” e “L’ignoranza è forza”. È difficile non pensare al primo di essi considerando che l’aiuto militare all’Ucraina è stato erogato da un fondo chiamato “European Peace Facility” per l’acquisto di armi. Dal marzo 2022 la Ue si è allineata alle forze più oltranziste nel conflitto con la Russia, rinunciando a giocare alcun ruolo diplomatico a favore di una cessazione delle ostilità e cercando maldestramente di camuffare la negazione dei suoi ideali di pace (in larga parte fasulli) con la narrativa della difesa della “democrazia e sovranità ucraina”.

Varrebbe la pena di ricordare che a fronte di ogni critica sostanziale sulla Ue nel decennio corso veniva tirata fuori la pace come suo presunto valore orientativo che avrebbe dovuto indurci a mettere fra parentesi la sua inclinazione mercatista, la sua mancanza di democrazia e la disfunzionalità dell’eurosistema. Gli ultimi due mesi di febbraio-marzo 2024 fra dichiarazioni e misure effettive della Ue mostrano al mondo un militarismo così mostruoso che si spera possa almeno seppellire per sempre le litanie europeiste, seppellite dall’urto con la realtà.

Già un anno fa una svolta in senso bellicista dell’Unione era chiaramente visibile: il Consiglio della Ue il 20 marzo 2023 (esattamente 20 anni dopo l’attacco all’Iraq) incaricava la Commissione di presentare una iniziativa per accelerare la capacità produttiva del settore degli armamenti europeo – invitando gli Stati membri a “ consegnare con urgenza munizioni terra-terra e munizioni di artiglieria all’Ucraina e, se richiesti, missili” (sic!). Ne derivava ASAP, un acronimo anglicizzante che sintetizza l’espressione “il prima possibile” (as soon as possible), designando un piano intitolato “Act in Support of Ammunition Production” (“Atto a supporto della produzione di munizioni”).

Nei primi mesi del 2024 l’evidente ritiro degli Usa dal ruolo di supporto di Kiev – da dicembre non arriva più un dollaro da Washington – ha chiamato in causa gli Stati europei. In un crescendo rossiniano: Macron ha detto di non escludere l’invio di truppe Nato in Ucraina (27 febbraio); il presidente del Consiglio europeo Michel in un editoriale inviato a diversi giornali ha affermato che “Dobbiamo essere pronti a difenderci e passare a una modalità di “economia di guerra” (18 marzo). Infine nelle sue Conclusioni il Consiglio europeo del 21-22 marzo dà concrete indicazioni per foraggiare il comparto armiero costruendo un vero a proprio sistema militare-industriale. Ed era stato proceduto all’inizio di marzo da una proposta di regolamento chiamato EDIP, acronimo di European Defence Industry Programme, che prevede lo stanziamento di 1,5 miliardi € per armamenti.

Secondo alcune stime l’Occidente ha inviato in due anni armi a Kiev per circa 108 miliardi di euro, 42 di questi da parte di Washington e 52 dell’Unione europea, quasi tutti aiuti bilaterali. Sul sito del Consiglio europeo campeggia con caratteri cubitali la cifra di 143 mld €. La diversa valutazione di una fonte turca ha calcolato invece che la UE e i suoi stati membri hanno dato aiuti all’Ucraina dall’inizio della guerra per 156 miliardi €, sommando i numeri degli Stati con quelli delle istituzioni comunitarie.

A tutto ciò andrebbe aggiunto un pacchetto di aiuti da 50 miliardi € approvato dai vertici Ue a febbraio. Sarà sufficiente? Difficile, se si considera che il FMI stima che il deficit di finanziamento dell’Ucraina sarà superiore a 40 miliardi di dollari solo per il 2024. Ed inoltre tale somma andrà erogata nell’arco di 4 anni (fino al 2027), comprendendo 17 miliardi di contributi a fondo perduto e 33 di prestiti (che andranno restituiti…) con la solita modalità della rateizzazione condizionata (incomincio a darti un po’ di soldi ma poi verifico se fai il “bravo bambino”) con una procedura particolarmente bizantina:

La Commissione concluderà un accordo quadro con l’Ucraina per l’attuazione dello strumento, contenente disposizioni giuridicamente vincolanti per la gestione, il controllo, la supervisione, il monitoraggio, la valutazione, la rendicontazione e l’audit dei fondi nell’ambito dello strumento, nonché misure per prevenire, indagare e correggere irregolarità, frodi, corruzione e conflitti di interessi [insomma piena fiducia, nota dell’autore].

Il governo dell’Ucraina dovrà preparare, in stretta consultazione con la Commissione, un “Piano Ucraina”, […] Il Piano, che sarà approvato dall’UE, comprenderà riforme strutturali e investimenti volti ad aumentare il potenziale di crescita dell’economia ucraina.

Quindi, mentre l’Ucraina subisce un rovescio dopo l’altro sul campo, si prepara la solita sfilza di riforme mercatiste con cui sventrare il paese (quel che ne rimarrà) e imporre un devastante arrembaggio neoliberista alle sue risorse. Resta da vedere come il campo progressista, professando il più abietto militarismo assieme alle destre di establishment, oserà chiedere il voto per contrastare la “estrema destra”; c’è qualcosa di più estremo che dirigersi verso la guerra?

Articolo Precedente

Uccide il figlio di 5 anni e ferisce la compagna, 27enne catalano arrestato dai Mossos d’Esquadra

next
Articolo Successivo

Attentato a Mosca, Washington Post: “Gli Stati Uniti avevano avvertito di un rischio specifico al Crocus City Hall”

next