La rivista americana Forbes ha pubblicato la sua classifica annuale degli uomini più ricchi del mondo. Poche sorprese, onestamente. I vetta si conferma il francese a Bernard Arnault che siede su un patrimonio di con 233 miliardi di dollari. L’imprenditore francese controlla e ha partecipazioni nel colosso del lusso Lvmh a cui sono affiliati 75 marchi di moda e cosmetici. Alle sue spalle rimane Elon Musk, fondatore di Tesla e SpaceX con una fortuna di 195 miliardi di dollari. E poi il solito Jeff Bezos fondatore di Amazon (194 miliardi di dollari). Al quarto e quinto posto Mark Zuckerberg (Meta-Facebook), con un patrimonio netto di 177 miliardi di dollari, e Larry Ellison, il fondatore del gigante del software Oracle.

Forbes ha individuato 2.781 miliardari in tutto il mondo – cifra mai raggiunta prima. I miliardari sono 141 in più rispetto al 2023 e 26 in più rispetto al record precedente, stabilito nel 2021. Da segnalare l’ingresso nella classifica dell’artista americana Taylor Swift (1.1 miliardi di dollari). Donald Trump “vale” 2,3 miliardi di dollari e si colloca al 1.438mo posto. Gli Stati Uniti sono, ancora una volta, il paese con il maggior numero di cittadini miliardari (813) per un valore complessivo di 5.700 miliardi di dollari. La più giovane in classifica è l’ereditiera brasiliana Livia Voigt di 19 anni. Nipote ed erede del fondatore dell’azienda di macchinari e attrezzature elettriche Weg – Werner Ricardo Voigt – la giovane prende il posto dell’italiano Clemente Del Vecchio, il più giovane dei sei figli di Leonardo, fondatore di Luxottica.

In Italia si segnala invece la performance del 53enne Andrea Pignataro, ex trader di Salomon Brothers e fondatore di Ion Group. Pignataro ha un patrimonio di 27,5 miliardi di dollari ed è la seconda persona più ricca d’Italia, dopo Giovanni Ferrero.Negli ultimi mesi le ricchezze dei miliardari sono aumentate sensibilmente grazie alla corsa dei mercati azionari. Gran parte di queste ricchezze sono infatti costituite da partecipazioni azionarie cresciute di valore. Su questi incrementi di patrimonio non si pagano tasse, a meno che le azioni non vengano cedute realizzando una plusvalenza.

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