Era entrato in Fratelli d’Italia perché credeva nel motto “noi non tradiamo” e in Giorgia Meloni, ma oggi ha annunciato le sue dimissioni dalla presidenza del partito dopo aver subito “un tradimento” dai vertici, che a suo dire avrebbero preferito “i giochi di poltrone ai bisogni dei cittadini”. Davide Titoli è il presidente provinciale di Fratelli d’Italia a Verbania, comune di 30mila abitanti sulla sponda piemontese del lago Maggiore. O meglio, lo era fino all’altro ieri quando ha annunciato le sue dimissioni.

Il motivo? Il cambio in corsa del candidato del centrodestra alle elezioni amministrative di Verbania. A novembre il presidente provinciale di Fdi aveva lanciato la candidatura del civico Giandomenico Albertella, trovando il favore della Lega. All’appello però mancava Forza Italia. E così dopo mesi di stallo, i vertici regionali dei tre partiti hanno scelto di puntare su un altro nome: la coordinatrice provinciale di Forza Italia Mirella Cristina. La decisione rientra nel risiko di candidature tra gli altri capoluoghi di provincia piemontesi che andranno al voto nella tornata di giugno. A Biella correrà il candidato di Fratelli d’Italia, mentre a Vercelli la Lega potrà contare sul suo candidato sindaco. “Verbania è stata barattata, svenduta sui tavoli del centrodestra” commenta Titoli che ha così rassegnato le sue dimissioni.

“Questo tradimento che ha subito tutta la mia comunità è una delusione enorme” racconta Titoli a ilfattoquotidiano.it. Ed è un “tradimento prima di tutto dei valori di Fratelli d’Italia. Meno male che eravamo il partito del noi non tradiamo. Noi non tradiamo i valori, la parola data, i cittadini, ma il centrodestra qui ha tradito se stesso, la buona politica, la cittadinanza”. Il presidente dimissionario rivendica di essere entrato in Fratelli d’Italia da semplice militante quando i numeri non erano quelli di oggi. “Oggi siamo arrivati a oltre mille tesserati e se paragonati alla popolazione del territorio abbiamo uno dei rapporti tra iscritti e popolazione più alto d’Italia. In alcuni comuni abbiamo raggiunto il 55 per cento dei voti”. E ricorda con amarezza le parole di Giorgia Meloni. “Io credo ancora che la parola data sia un valore e credo che rispettare gli impegni presi sia fondamentale e lo dimostreremo”. Diceva la premier. Parole che, secondo il presidente dimissionario, sono rimaste inapplicate dai vertici del partito. “Lei è l’unica che non c’entra niente in questa scelta – ci tiene a precisare – è impegnata in un lavoro di governo. La mia fiducia nei suoi confronti rimane e per questo rimarrò nel partito. Ma il problema sono i dirigenti nazionali e regionali che hanno spinto e avallato questa scelta”.

Dal canto suo Titoli rivendica di avere agito sempre per il bene del partito. “Sostenevo Albertella perché era la persona più competente e vincente per prendere in mano la città di Verbania – prosegue Titoli – l’ho spiegato anche a Roma, nessuno mi ha detto che non avevo ragione, tutti erano consapevoli sia a Roma sia Verbania che quello era il candidato più competente e vincente”. Ma le cose sono andate diversamente. “Il centrodestra ha tradito le promesse fatte ai cittadini ha scelto le carte bollate, i giochi di poltrone, lo scambio di figurine”. E così ha preso la decisione di lasciare la presidenza provinciale del partito. Alle elezioni sosterrà Giandomenico Albertella, che dopo la sua esclusione ha scelto di correre da solo con la lista civica “Verbania Futura“. Se la vedrà con la candidata del centrodestra Mirella Cristina e con il candidato del centrosinistra Riccardo Brezza. “Il mio obiettivo non è mai cambiato ed è quello di rendere giustizia a questo territorio” conclude Titoli rivendicando le sue origini nord irlandesi. “Sono nato a Larne da una famiglia lealista, dove la parola data e la lealtà sono valori imprescindibili. Nella mia terra i traditori non girano a testa alta”.

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