Il Comune rischia il dissesto perché il ministero dell’Interno – lo stesso che sta valutando l’avvio della procedura – non ha ancora compensato le spese sostenute dall’ente per i lavori finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Succede a Marzabotto, che sta diventando un caso simbolo dei guasti dell’attuale sistema di gestione delle risorse del Pnrr. Il piccolo Comune del bolognese noto per il tragico eccidio nazifascista del 1944 si ritrova con 247,89 euro in cassa, ha denunciato la sindaca dem Valentina Cuppi. Risultato: “Non possiamo più pagare gli stati di avanzamento lavori alle imprese e dobbiamo sospenderli”. Un problema che riguarda ancora tanti enti locali, nonostante l’ultimo decreto del governo abbia portato dal 10 al 30% gli anticipi versati dallo Stato ai soggetti attuatori dei progetti.

Intervistata da Repubblica, Cuppi riassume i termini della questione: “Abbiamo ottenuto i fondi del Pnrr per un intervento da 9,5 milioni e rotti di euro per fare dell’ex cartiera Burgo uno spazio per la comunità, con una biblioteca, un bar con terrazza, un luogo di residenza per gli artisti e una velostazione per accogliere chi arriva dalla Ciclovia del sole”. Dal Viminale è arrivato appunto solo il 10% iniziale. Poi sono partiti i lavori, “realizzati fino al 30% entro la fine di settembre, pagando le imprese esecutrici come previsto dalle norme e rispettando sempre la tempistica. A novembre abbiamo rendicontato tutte le spese, caricando tutto sulla piattaforma Regis, come dovuto. A marzo non avendo ancora ricevuto nulla abbiamo scritto noi al Ministero per chiedere delucidazioni e sollecitare il pagamento“.

La risposta del Viminale, che è in testa alla classifica dei peggiori pagatori tra i ministeri? “Di inviare i dati per valutare il pre-dissesto. In pratica, al nostro sollecito, ci hanno risposto che i nostri conti non tornano. Se non otterremo risposte dovremo interrompere i lavori, in cassa abbiamo poco più di 200 euro. È un fatto gravissimo”. Un’assurdità che però potrebbe non essere isolata, visto che il ritardo nei pagamenti è diffuso e i dati inseriti sulla piattaforma Regis vengono esaminati con fatica: “Nel nostro caso ci risulta non siano stati nemmeno aperti”. Ora Cuppi spera “che qualcuno si accorga dell’errore e risponda, che ci vengano dati i finanziamenti a cui abbiamo diritto in tempi rapidi così da non dover fermare il cantiere. Che è un danno economico”.

Gianni Monte, della segreteria Cgil di Bologna, e Pedro Pucci, della Camera intercomunale del lavoro Montagna, definiscono “sconcertante la posizione del governo”: “Ancora una volta, chi si professa vicino alle autonomie locali abbandona cittadine e cittadini al loro destino”. Giovedì, dopo che il caso è stato raccontato dal Sole 24 Ore, il Viminale ha fatto sapere al Resto del Carlino di aver erogato al Comune un anticipo di 1,9 milioni che si aggiungono ai 970mila versati in precedenza. “Pare che il Viminale abbia disposto un pagamento in favore del Comune, vedremo quando arriveranno”, ha scritto su Facebook Cuppi.

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