In attesa di conoscere gli esisti dell’incontro (definito dai protagonisti come “positivo”) tra la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente dem Stefano Bonaccini per fare il punto su liste e candidature in vista delle elezioni Europee, all’interno del Partito Democratico sono tanti i mal di pancia. Lo schema proposto dalla segreteria Pd ha creato malumori soprattutto nell’area del partito guidata dal governatore dell’Emilia Romagna: al momento dovrebbero essere certe la candidature di Lucia Annunziata, capolista nella circoscrizione Sud seguita in lista dal sindaco di Bari Antonio Decaro e al terzo posto probabilmente Sandro Ruotolo. Uno schema, con candidati civici come capilista, che rischierebbe di mettere a rischio nomi come quello della bonacciniana Pina Picierno. Ma ad animare il dibattito e le critiche di Energia popolare, l’ala dem di Bonaccini, è anche la possibile candidatura dell’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio nella circoscrizione Centro.

Direttore dal 2009 al 2023 del quotidiano della Conferenza episcopale italiana, l’intellettuale cattolico e pacifista – in linea con le posizioni di Papa Francesco sulla guerra in Ucraina – fa storcere il naso proprio ai cattolici dem. “La nostra linea sull’Ucraina è stata ed è chiara. Vogliamo forse aprire su un punto su cui siamo uniti in campagna elettorale?”: sono le parole del bonacciniano Lorenzo Guerini dalle pagine del Corriere della Sera. Sul Quotidiano nazionale interviene invece il presidente della Toscana Eugenio Giani che dice no alla candidatura di Tarquinio nella sua circoscrizione: “Ritengo che in questo collegio ci siano già persone in grado di rappresentarlo“, ricordando di non aver condiviso le posizioni di Tarquinio sull’Ucraina, “che sta combattendo una battaglia per la democrazia e per l’Europa”. Giani, anche lui dell’ala Bonaccini si dice preoccupato per chi ha sempre sostenuto Kiev come Picierno: “Sarebbe un errore se non venisse rieletta”.

Pertanto la corrente dem è contraria alla candidatura del giornalista cattolico Marco Tarquinio. E pensare che sono gli stessi che hanno rivendicato più spazio al mondo cattolico all’interno del Pd. “La sensibilità che proviene dal mondo cattolico o da un mondo che esprime la cultura popolare, va riconosciuta e non certamente messa in un angolo“, dichiarava meno di un anno fa lo stesso Stefano Bonaccini sottolineando di avere ricordato a Schlein che va garantita l’espressione di “quel pluralismo“. Sulla stessa linea Guerini che aveva definito il Pd “la casa dei cattolici democratici“: “Se il Pd vuole fare il Pd, le pluralità che lo hanno fondato e che lo animano per raggiungere, sui temi più difficili, sintesi più avanzate”. Deputato dem e presidente del Copasir che a fine gennaio tornava a rivendicare la posizione dei cattolici all’interno del partito per difendere la “libertà di coscienza” dell’area cattolica intervenendo sullo scontro interno dopo l’astensione della consigliera dem del Veneto, Anna Maria Bigon, sulla proposta sul fine (bocciata anche a causa di quella astensione) e la successiva revoca della delega di vicesegretaria provinciale.

Alle critiche dell’area Bonaccini replicano altri esponenti del Pd. Per il deputato Andrea Orlando quello di Tarquinio è un ottimo nome: “Credo sia di grandissimo livello. Credo ci siano nomi su cui si sta lavorando che diano un segno anche di una attenzione a movimenti, a battaglie come quella per la pace“, ha detto Orlando al Tg2 Italia Europa. “Una gran bella notizia, dobbiamo fare di tutto per confermarla”, aggiunge il dirigente nazionale del Pd Goffredo Bettini: “Il Pd deve allargarsi, soprattutto in direzione di un dialogo con il mondo cattolico e cristiano. Recependo il valore dei pronunciamenti di Papa Francesco, anche sulla guerra“, ha sottolineato Bettini. Punto di vista, però, che sembra non convincere l’area di Bonaccini.

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