Un passo in avanti decisivo verso la tregua a Gaza potrebbe arrivare alle Nazioni Unite. Dall’inizio della guerra gli Stati Uniti hanno posto il veto a diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza che chiedevano cessate il fuoco immediati e duraturi. Adesso, però, a presentare una risoluzione con questa richiesta è proprio Washington che vuole inviare un “segnale forte” e sottolineare “l’impegno” americano per una “soluzione sostenibile della crisi” e per la creazione di un “futuro Stato palestinese” che offra garanzie di sicurezza a Israele. La bozza Usa sarà messa al voto venerdì: il testo afferma che “il Consiglio di Sicurezza determina l’imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la consegna di assistenza umanitaria essenziale e alleviare la sofferenza umanitaria”. E “verso tale obiettivo sostiene inequivocabilmente gli sforzi diplomatici internazionali in corso per garantire tale cessate il fuoco in connessione con il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti”. Si tratta del linguaggio più forte usato dagli Stati Uniti sinora, contando che solo il mese scorso hanno posto il veto a una bozza presentata dall’Algeria per l’uso del termine “immediato” riferito al cessate il fuoco.

Anche il segretario di Stato Antony Blinken vede un accordo tra Israele e Hamas più vicino: nel corso del suo nuovo tour in Medio Oriente, il capo della diplomazia americana ha detto di pensare che “il divario si stia riducendo e che un accordo sia assolutamente possibile”. Anche per questo, spiega, gli Usa hanno presentato la risoluzione all’Onu. Blinken ricostruisce dal suo punto di vista i passaggi compiuti per favorire un avvicinamento tra i vertici di Tel Aviv e quelli del partito armato palestinese: “Abbiamo lavorato molto duramente con il Qatar, con l’Egitto e con Israele per mettere sul tavolo una proposta forte. L’abbiamo fatto, Hamas non ha accettato, sono tornati con altre richieste e altre richieste, i negoziatori ci stanno lavorando proprio adesso. Dobbiamo vedere se Hamas potrà dire sì alla proposta. Se lo farà, sarà il modo più immediato per alleviare la miseria della gente di Gaza che è proprio ciò che vogliamo”.

Nel frattempo anche il Consiglio europeo in corso a Bruxelles ha preso una posizione sulla tregua: nelle conclusioni adottate giovedì, i 27 leader dell’Unione chiedono “pausa umanitaria immediata che porti ad un cessate il fuoco sostenibile, il rilascio di tutti gli ostaggi e la fornitura di assistenza umanitaria”. “L’accesso umanitario completo e sicuro a Gaza è essenziale per fornire alla popolazione civile assistenza salvavita in una situazione catastrofica a Gaza”, scrive sui social il presidente Charles Michel. “C’è una tragedia che si svolge sotto i nostri occhi, siamo determinati a fare tutto ciò che è in nostro potere per evitare l’escalation a livello regionale e chiediamo al governo di Israele di non lanciare un’invasione di terra a Rafah“, ha aggiunto in conferenza stampa dopo il vertice, riferendosi alla città nel sud della Striscia dove sono ammassati centinaia di migliaia di profughi palestinesi. “Infine”, ha concluso, “voglio dire chiaramente che chiediamo il rispetto del diritto internazionale anche per quanto riguarda gli insediamenti illegali” dei coloni israeliani in Cisgiordania. “Crediamo nella soluzione nei due Stati e dobbiamo sostenere anche l’Autorità palestinese per fare in modo che si assuma maggiori responsabilità in futuro”.

In mattinata l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell aveva ribadito che “Israele ha il diritto di difendersi, ma non di vendicarsi. Perché non analizziamo se quello che accade a Gaza è in linea con il diritto internazionale? Perché altrimenti è solo retorica. Non possiamo chiudere gli occhi, lamentarsi ma non fare niente. Spero che il Consiglio europeo oggi lanci un forte messaggio a Israele. Gli Usa presenteranno una risoluzione all’Onu in cui per la prima volta chiedono una tregua insieme alla liberazione degli ostaggi. I bambini stanno morendo di fame“.

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