Michele Santoro torna su Rai3, ospite a La Confessione di Peter Gomez, in onda stasera alle 23, per parlare di se stesso, della sua lunga carriera da giornalista e conduttore, spesso militante, contro il berlusconismo e il conflitto d’interessi prima, contro la guerra e l’invio di armi oggi, a pochi giorni dalla presentazione della sua ultima creatura, il Movimento pace, terra e dignità che sta raccogliendo le firme per presentarsi alle Europee di giugno.

La proposta di Berlusconi – L’intervista con il condirettore del Fatto Quotidiano è un’occasione anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, raccontando i retroscena di alcuni dei momenti più noti della televisione italiana ed episodi inediti, come la lunga telefonata con Silvio Berlusconi, pochi mesi prima che morisse (il 12 giugno, ndr): “Prima dell’ultimo ricovero, Berlusconi mi propose di fare per Mediaset quattro, cinque puntate sulla guerra” – spiega il giornalista – “Lui era molto impressionato da quanto stava succedendo in Ucraina“. Poi Santoro decide di lasciare in sospeso il discorso perché “non è il momento”: “Ho avuto questa conversazione che è durata più di un’ora grazie a Vittorio Sgarbi che era lì, mi ha passato Berlusconi perché era andato a trovarlo – prosegue l’ex conduttore di Annozero – La prima cosa che mi ha detto è stata: ‘venga qui, e in una di queste trasmissioni verrò anch’io, perché ci tengo a parlare di questa guerra e di come assurdamente il nostro governo la sta conducendo“. Secondo Santoro, il capo di Forza Italia, era convinto che “i governanti di oggi fossero “del tutto inadeguati per affrontare una vicenda internazionale, sia quelli di governo, sia quelli dell’opposizione”.

Il passaggio a Mediaset – L’ex conduttore di tante trasmissioni di successo, da Samarcanda a Servizio pubblico, racconta anche perché nel ’96 lasciò la Rai per approdare alla direzione di Moby Dick, talk show politico in onda su Italia1, nonostante fosse un simbolo dell’antiberlusconismo: “All’epoca Berlusconi non solo era all’opposizione, ma era anche, diciamo inseguito, da una serie di vicende giudiziarie che lasciavano pensare che sarebbe uscito di scena abbastanza rapidamente – premette Santoro – Io avevo difeso il mio lavoro in Rai grazie alla Moratti (Letizia Moratti, presidente della Rai dal ’94 al ’96 durante il governo Berlusconi I, ndr), perché, insomma, devo sempre ringraziare più il centrodestra che il centrosinistra. – spiega l’ex conduttore, a cui l’allora presidente Rai Enzo Siciliano cancellò Tempo Reale – Infatti, appena Prodi vinse le elezioni, la prima idea che hanno avuto in Rai è stata quella di abolire l’autonomia della mia struttura, quindi se la sono presa subito con me. – continua – Ovviamente questa cosa mi ha fatto abbastanza male e di conseguenza ho reagito riaffermando la mia libertà e devo dire che ho trascorso tre anni molto interessanti a Mediaset”.

La staffetta Samarcanda-Maurizio Costanzo Show – Sempre a proposito di momenti storici della storia della tv, Santoro rievoca anche la serata del 26 settembre 1991 in cui mentre lui trasmetteva dal teatro Biondo di Palermo, Maurizio Costanzo era collegato dal teatro Parioli a Roma per la staffetta in memoria di Libero Grassi, l’imprenditore contro il pizzo, ucciso a colpi di pistola il 29 agosto di quello stesso anno dalla mafia. “Costanzo è stato sempre un personaggio incredibile, vorace: quando vedeva nascere qualcosa di nuovo intorno a sé, doveva per forza controllarlo”, dice il giornalista salernitano che racconta la genesi di quella memorabile unione tra Samarcanda-Maurizio Costanzo Show rivolgendo anche una critica alla Rai: “Devo dire che trovo molto grave, anche se siamo sulla Rai, ma trovo molto grave che ogni volta che si parla della staffetta la si attribuisca un po’ a Mediaset. – rivendica Santoro – E’ stata un’idea della Rai, un’idea che partiva da me e che poi è diventata un’idea comune mia e di Maurizio. – specifica l’ex conduttore di Sciuscià – Però l’idea è partita dalla Rai, è stata la Rai a concepirla. Vedere le celebrazioni su Falcone, per esempio, quello che ha fatto Fabio Fazio, in cui addirittura sembrava che fosse esistito solo il Maurizio Costanzo Show, ovviamente non mi ha fatto molto piacere”, spiega Santoro alludendo alla serata Dedicato a… Maurizio Costanzo, ondata in onda lo scorso 20 febbraio su Canale 5 per commemorare la morte del presentatore romano avvenuta il 24 febbraio dell’anno scorso. “Però io sono abituato al fatto che la Rai dimentica il mio contributo nel corso degli anni e lo vivo come un fatto di gioventù, perché mi sento un autore proibito“, chiosa il giornalista.

L’impegno politico – Infine, dopo una dura critica a Giorgia Meloni considerata “inadatta alle circostanze” perché piegata, secondo l’ex conduttore di Servizio pubblico, sia dal punto di vista della politica estera, essendo diventata “l’ancella degli americani”, sia per quanto riguarda la politica economica, “praticando una copia della cosiddetta ‘agenda tecnocratica’ di Draghi”, Santoro spiega perché gli italiani dovrebbero votare per il Movimento pace, terra e dignità alle Europee piuttosto che i 5 stelle di Giuseppe Conte: “Non penso che il pacifismo sia un tema portante della loro campagna elettorale”, dice il giornalista, che non risparmia una stoccata ai “cosiddetti partiti di sinistra” che in realtà sono “un’articolazione del Pd in libera uscita”. In definitiva, secondo Santoro, “il tema della guerra e della pace riscrive qualunque politica. Non si può fare una politica sociale o anche economica se non si passa prima da una visione sulla pace, altrimenti l’Europa verrà esclusa dalla scena politica internazionale”, conclude Santoro.

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