Rilasciavano falsi diplomi di laurea in medicina attraverso una Università internazionale “fantasma” attiva a Gorazde. Sulla base di queste accuse la Procura della Bosnia-Erzegovina ha emesso sette mandati di arresto nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti nella presunta università italo-bosniaca. I falsi diplomi di laurea sarebbero stati poi utilizzati in vari Paesi, fra cui Italia, Svizzera, Croazia, Serbia, Libia. Al centro dell’organizzazione, per i magistrati bosniaci, vi sarebbe Salvatore Messina: anche per l’italiano è stato chiesto l’arresto ma, al momento, risulta irreperibile.

Messina è indagato anche in Italia per truffa a centinaia di studenti e la promessa di lauree rilasciate dalla presunta università italo-bosniaca. Messina è accusato anche di truffa alla Ue che avrebbe elargito fondi per corsi di formazione. I provvedimenti restrittivi della procura bosniaca sono arrivati dopo una vasta operazione condotta sin dalle prime ore di lunedì in varie località bosniache dalle Forze speciali di polizia per la lotta a corruzione e criminalità organizzata (Sipa). Numerose perquisizioni sono state effettuate fra l’altro a Sarajevo, Gorazde, Zenica, Travnik, Konjic.

Sul sito del dipartimento di studi europei Jean Monnet da alcuni giorni era apparsa una schermata che annunciava la decisione di “sospendere tutte le attività fino a quando non verrà chiarita la regolarità di tutte le azioni svolte dal Dipartimento” alla luce “delle informazioni giornalistiche pubblicate il 22 e il 23 febbraio 2024 su Repubblica, Edizione di Palermo, e con riferimento all’atto di diffida del Ministero dell’Università e della Ricerca pervenuta in data 22 febbraio 2024″.

Intanto oltre 50 studenti che si sono iscritti all’università italo-bosniaca – guidata da Salvatore Messina, presidente del dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet – presenteranno una class action davanti al tribunale di Londra, dove ha sede una delle società in cui confluivano i soldi pagati dagli iscritti ai corsi. L’azione collettiva è finalizzata alla richiesta di risarcimento del danno subito dai ragazzi che, non solo hanno sborsato migliaia di euro per lauree non riconosciute dal ministero per la Ricerca Scientifica, ma hanno per anni frequentato inutilmente corsi privi di qualunque valore legale. L’azione di risarcimento sarà portata avanti dagli avvocati Gabriele Giambrone e Mario Bellavista che nei prossimi giorni depositeranno una denuncia anche alla Procura di Palermo che da mesi indaga per truffa sul cosiddetto Bosnia-Gate che vede al centro proprio Messina. Sono stati in centinaia tra il 2022 e il 2023 a iscriversi pagando costose rette annuali – fino a 20mila euro – per una laurea in Medicina, Odontoiatria e Farmacia, Veterinaria, Fisioterapia e Logopedia, Podologia, Ortottica e Infermieristica. Nel mirino dell’inchiesta della Procura di Palermo sono finiti anche alcuni ospedali presso i quali l’università garantiva il tirocinio agli studenti.

Mercoledì scorso la ministra Anna Maria Bernini, durante in question time alla Camera, ha reso noto che il ministero dell’Università non ha mai autorizzato né l’Università di Goradze né il Dipartimento degli studi europei “Jean Monnet” di Palermo ad attivare corsi universitari e a rilasciare titoli accademici, secondo le procedure vigenti. Il 22 febbraio scorso il ministero ha diffidato il Dipartimento Jean Monnet, trasmettendo contestualmente i relativi atti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per le opportune valutazioni di competenza sugli eventuali profili relativi a pubblicità ingannevole. “Stiamo pensando alla segnalazione sul nostro sito dei casi sospetti se ciò sarà compatibile con la normativa”, ha affermato la ministra, ricordando che il Mur “non ha poteri sanzionatori”. L’Istituzione di Goradze non risulta essere in possesso dell’accreditamento neanche nel Paese di origine, la Bosnia Erzegovina.

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