Del Parco degli Iblei si parlada vent’anni, un decreto del presidente della Repubblica lo ha istituito nel 2008 ma non è ancora detto che venga realizzato effettivamente. Accelerazioni, frenate e moltissimi stalli continuano a bloccare quello con i suoi 146mila ettari sarebbe il quarto parco italiano, come sottolinea Marco Mastriani, presidente di Federparchi Sicilia. L’area – oltre 146mila ettari tra le province di Siracusa, Ragusa e Catania – avrebbe una varietà di boschi, zone di protezione speciali e anche siti archeologici. “Un presidio naturale, ma anche archeologico e culturale – aggiunge a ilfattoquotidiano.it Mastriani -, del quale potrebbero beneficiare per primi proprio i Comuni che in alcuni casi hanno mostrato delle contrarietà che è più che probabile sarebbero superate, valutando nel dettaglio la bozza di regolamento e contribuendo alla sua definizione”. Senza contare che l’istituzione del Parco, come sostiene Italia Nostra, “oltre a ridurre le spinte speculative, consentirebbe di avere maggiori strumenti e risorse per la prevenzione e il monitoraggio del fenomeno degli incendi che ogni anno manda in fumo migliaia di ettari di bosco”.

La lunga concertazione, avviata nel 2007, ha coinvolto 32 Comuni, le province, la Regione, tante associazioni culturali e ambientali. Con due schieramenti contrapposti. Da una parte alcuni sindaci, insieme a moltissime associazioni ambientaliste, favorevoli. Dall’altra parte altri Comuni, spalleggiati da associazioni di agricoltori (come Confagricoltura), cavatori, cacciatori. Nel frattempo una petizione online a sostegno del parco supera le 13mila firme, mentre dalla parte dei contrari si schiera il deputato regionale di Fratelli d’Italia Carlo Auteri che sostiene che serva “fermare l’iter di istituzione del Parco degli Iblei fino a che non si risolvano tutte le irregolarità che caratterizzano il territorio”.

Pochi giorni fa un possibile punto di svolta. Il presidente della commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana Giuseppe Carta (dei Popolari e autonomisti di Raffaele Lombardo) ha convocato per il 19 marzo i soggetti interessati. Ma non tutti: solo quelli contrari alla definizione dell’iter. “Seguo da anni la vicenda e da subito ho avanzato molti dubbi sulle effettive potenzialità dell’istituzione del parco degli Iblei”, sostiene Carta, aggiungendo che “i Comuni coinvolti si troverebbero a convivere con nuovi vincoli e mortificazioni in termini di fruizione e vivibilità. Sono d’accordo alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente ma con soluzioni che possano convivere con le esigenze del territorio”.

La scelta di Carta e le sue prese di posizione hanno scatenato la reazione di molte associazioni ambientaliste. “Non istituire il parco significherebbe continuare a rispettare i vincoli e le limitazioni già imposte da leggi e regolamenti di riferimento, senza godere dei vantaggi che il parco comporta – dice a ilfatto.it Fabio Monreale, presidente di Natura Sicula – Tra i vantaggi economici, anche quello di poter attrarre maggiori fondi pubblici, a cominciare da quelli europei”. La convocazione di Carta in commissione è “tardiva e inopportuna” secondo Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia. “Tardiva in quanto non è di più competenza della commissione l’iter di istituzione del parco, poiché l’iter ha già abbondantemente superato il livello regionale e inopportuna in quanto un presidente di commissione, quale è Carta, non può utilizzare il suo ruolo per convocare esclusivamente le associazioni contrarie all’istituzione del Parco e che ricalcano la sua personale posizione e solo successivamente gli amministratori dei 32 Comuni interessati”.

La convocazione – secondo le associazioni – sarebbe l’estremo tentativo di riaprire una vicenda sostanzialmente chiusa. Su questo non ha dubbi neppure Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia: “Dinnanzi all’iniziativa chiara assunta dal ministero dell’Ambiente – dice a ilfatto.it – inevitabilmente si stanno ricoagulando i soggetti che storicamente si sono opposti all’istituzione del parco, anche in vista della prossima campagna elettorale per le Europee”. In ogni caso, sottolinea Castronovo, “la competenza in materia è del ministero dell’Ambiente il quale nei giorni scorsi ha inviato alla presidenza della Regione Siciliana lo schema di intesa Stato-Regione per procedere all’istituzione del Parco”.

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