Un accordo con l’Egitto rischia di trasformarsi in un fallimento come quello con la Tunisia. Un fallimento che potrebbe costare all’Unione europea milioni di euro. Gli eurodeputati Mounir Satour dei Verdi, Udo Bullmann dei Socialisti e Karen Melchior di Renew Europe hanno convocato una conferenza stampa per criticare la scelta della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di recarsi in Egitto il 17 marzo, insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al premier belga e presidente di turno del Consiglio europeo, Alexander De Croo, e al primo ministro greco Kyriakos Mītsotakīs, per siglare un nuovo accordo con Il Cairo che, da quanto si apprende, dovrebbe contenere anche un’intesa sui migranti.

L’esborso di fondi Ue all’Egitto è “problematico e ingiustificato” tenendo conto della “catastrofica situazione della democrazia e dei diritti umani” nel Paese, hanno dichiarato i tre membri dell’Eurocamera, tra cui il relatore per i rapporti con l’Egitto, Satour appunto. E per dimostrare che il modus operandi scelto dalla presidente della Commissione è da considerarsi fallimentare portano a esempio l’intesa con la Tunisia e il presidente Kais Saied. Anche in quell’occasione von der Leyen, sempre accompagnata da Meloni e da Mark Rutte, volò a Tunisi per siglare un’intesa che, alla luce dei fatti, non solo non ha favorito l’adeguamento del Paese al rispetto dei diritti umani nei confronti dei migranti, ma non ha nemmeno impattato sulle partenze dalle coste tunisine che sono proseguite a ritmi sostenuti. Così Bullmann ha criticato “l’urgenza ingiustificata” della Commissione nell’invio di fondi alla Tunisia, “finiti nelle casse del presidente Saied senza alcun controllo né meccanismo di condizionalità“. L’intesa con Saied, ha aggiunto Michael Gahler del Ppe, “manca di chiarezza”.

Così nella lettera che Satouri ha inviato in questi giorni ai piani alti di palazzo Berlaymont si chiede che da von der Leyen e dai suoi commissari arrivino maggiori delucidazioni sull’accordo che l’ex ministra tedesca si appresta a siglare con Abdel Fattah al-Sisi: “Speriamo che la Commissione chiarisca questi dubbi il prima possibile, prima del viaggio previsto in Egitto”. Questo per evitare un caso Tunisia bis: “La situazione dei diritti umani in Tunisia peggiora, i leader dell’opposizione sono tutti in prigione e ciononostante 150 milioni di euro sono stati mandati dall’Ue per finanziare presunti progetti di governance digitale senza alcun tipo di controllo”, ha aggiunto Satouri. “E questo è reso anche più preoccupante dal fatto che questo Memorandum of Understanding dovrebbe essere un esempio per altri accordi nella regione. Vogliamo sostenere finanziariamente i regimi di questa regione? Questa non è l’Ue che vogliamo”. Sulla stessa linea anche Melchior: “Von der Leyen, Rutte e Meloni sono volati a Tunisi per firmare un Memorandum di cui non abbiamo ancora capito la ragione né il contenuto. Questo non è il modo di fare politica estera. Anche se non scritto negli accordi è evidente che questi sono soldi pagati nella speranza che Saied fermi i flussi migratori“.

A dare una prima risposta ai dubbi degli europarlamentari hanno provato i portavoce della Commissione che, interpellati dai giornalisti durante il consueto midday briefing, hanno specificato che l’obiettivo della missione è quello di “rafforzare la nostra cooperazione con quel Paese. La migrazione è certamente un aspetto importante ma ci sono altre aree, come l’energia, l’agenda verde, le rinnovabili“. La questione migranti, ma era già chiaro, non è quindi l’unico dossier che verrà portato sul tavolo al Cairo. Ma chiarimenti sull’intesa, ancora, non sono arrivati.

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