Lei dice che Mussolini è uno statista, ma come giudica uno statista che ha diviso il paese, ha ucciso persone promulgando le leggi razziali e appoggiando l’Olocausto, ha ucciso e imprigionato gli oppositori politici e ha mandato l’Italia in una guerra insensata?”. È la domanda che Giovanni Floris nella sua trasmissione Dimartedì (La7) rivolge ripetutamente al generale Roberto Vannacci, ospite del talk show politico assieme al leader di Azione Carlo Calenda.
Ma il militare, benché incalzato dal giornalista e dal politico, ripete più volte la sua non risposta: “Non le rispondo perché non voglio dare giudizi su un uomo politico e su un periodo storico, che mi trascinerebbero su un aspetto politico di questa situazione”.

Floris rinnova la sua domanda ma Vannacci è inflessibile: “Lo ha già giudicato la storia, non c’è bisogno del mio giudizio. Quando mi chiedono chi è Benito Mussolini e io devo dare una risposta da dizionario, io rispondo che è uno statista“.
“Ma io non le sto chiedendo questo – replica Floris – Le sto chiedendo come giudica un dittatore disprezzabile che ha causato tanto male in Italia”.
“Lo ha giudicato la storia”, ribadisce Vannacci.
“Ma male o bene? – chiede il conduttore – Perché abbiamo politici importanti che hanno il busto di Mussolini a casa“.
“Non avete bisogno del mio giudizio – rilancia il generale – Il mio giudizio lo tengo per me“.

Calenda osserva: “Veramente quando lei dice che Mussolini è uno statista, sta dando già un giudizio. Cioè pensa che sia un uomo di Stato. E tuttavia questo uomo di Stato ha fatto determinate cose, che lei non riesce a dire non perché non ha un giudizio, ma perché non vuole dire quello che è e cioè ‘Io so’ fascista’, il che secondo me è più dignitoso. Non può fare il paravento“.
“Non voglio esprimere il mio giudizio – ripete Vannacci – perché il giudizio è stato espresso già dalla storia”.
“Io invece le consiglio di darlo – ribatte Calenda – Può andare da La Russa e si fa dare un busto di Mussolini”.
“No – risponde il militare – io i consigli li accetto, li valuto e poi rispondo in base alla mia coscienza”.
“Sì, però la questione che non va bene è la presa in giro”, chiosa Calenda.

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