Vorrebbero boicottare l’insediamento del nuovo Gran maestro, eletto tra le polemiche. Si fa incandescente il clima interno al Grande oriente d’Italia, la principale obbedienza massonica del Paese. Dal voto per scegliere il successore di Stefano Bisi sono passati dieci giorni, ma le contestazioni non accennano a placarsi. Anzi sul Goi sembrano tornare a soffiare venti di scissione.

Le elezioni del nuovo numero uno del Grande Oriente, infatti, sono state tra le più polarizzate di sempre. In corsa c’era Leo Taroni, imprenditore di Ravenna che si era candidato ponendo in cima al suo programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge e criticando aspramente la decennale gestione di Bisi. È in totale continuità con quella linea, invece, che si è candidato Antonio Seminario, già Gran maestro aggiunto, che poteva contare sul supporto dell’attuale numero uno e delle logge del Sud Italia. Alla fine, dallo spoglio, è emersa una netta spaccatura territoriale: le Regioni del Nord – dalla Lombardia all’Emilia Romagna – hanno votato soprattutto per Taroni, mentre quelle del Mezzogiorno – soprattutto la Sicilia e la Calabria – hanno sostenuto in maniera massiccia Seminario. Proprio quest’ultimo è risultato il candidato eletto, alla fine di una lunghissima riunione della Commissione elettorale nazionale.

Un’elezione contestata quella di Seminario, maturata sul filo di lana: il vincitore ha ottenuto 6.369 voti, mentre allo sconfitto sono state assegnate 6.343 preferenze, soltanto 26 in meno. Le polemiche sono dovute all’annullamento di 139 voti andati a Taroni: dalle schede, infatti, non è stato staccato il tagliandino antifrode. È per questo motivo che oggi i sostenitori del candidato sconfitto polemizzano, rivolgendo al Gran maestro eletto l’epiteto di “Tonino Talloncino“.

Taroni ha già annunciato ricorso sia alla giustizia interna che a quella amministrativa, ma intanto i suoi sostenitori hanno lanciato un’operazione di boicottaggio, battezzata “Boicottiamo Tonino Talloncino“. La protesta è stata annunciata con una nota pubblicata sulla chat Telegram Libero Muratore Channel, che ha idealmente raccolto il testimone del Cavaliere nero, una sorta di canale di controinformazione della massoneria, chiuso dai suoi gestori subito dopo l’ufficializzazione dell’esito del voto. “Come annunciato, stavolta è stata troppo grande e troppo sporca, anche la pazienza ha i suoi limiti”, si legge nella nota dei seguaci di Taroni. “È in corso in queste ore il boicottaggio della Gran Loggia di Rimini da parte delle cariche apicali dei collegi del Nord Italia e di tutti quei Maestri Venerabili che avranno a cuore di dimostrare che il Grande Oriente vuole stare dalla parte della Legalità e delle Istituzioni Repubblicane. Sono già in atto le disdette delle prenotazioni effettuate e le assenze saranno tutte in segno di protesta nei confronti del Cen e di sostegno al fratello Leo Taroni!”, scrivono i massoni sconfitti.

Il regolamento interno, infatti, prevede che la proclamazione del nuovo Gran maestro avvenga alla Gran loggia di Rimini, il congresso annuale del Grande oriente, previsto dal 5 e 7 aprile. Davanti ai vertici apicali delle 862 logge di tutto il Paese, Bisi proclamerà l’elezione di Seminario, che dunque entrerà in carica. Le regole interne, però, prevedono che per costituire la Gran loggia occorra la presenza di almeno la metà più uno dei rappresentanti delle logge. I sostenitori di Taroni, dunque, puntano a convincere almeno 432 maestri venerabili – cioè la quota necessaria per raggiungere il quorum – a non presentarsi a Rimini, in modo da boicottare la nomina ufficiale di Seminario. Se non è una scissione, poco ci manca. L’impressione è che i colpi di scena interni alla massoneria non siano ancora finiti.

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