L’eredità di Alexei Navalny verrà portata avanti da sua moglie Yulia, come lei stessa ha promesso dopo la morte sospetta del dissidente russo mentre era detenuto in carcere. Di certo ad assisterla ci saranno i collaboratori di sempre della Fondazione Anti-Corruzione. E proprio il braccio destro del più noto oppositore di Vladimir Putin è stato vittima di un agguato nella notte di martedì: Leonid Volkov è stato aggredito a martellate davanti alla sua abitazione in Lituania, come ha annunciato la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh.

La dinamica è ancora tutta da accertare, ma secondo quanto ha raccontato la donna l’assalitore “ha sfondato il finestrino dell’auto, gli ha spruzzato liquido urticante negli occhi e poi ha iniziato a colpirlo a martellate”. Il racconto alimenta ancora di più i sospetti su ciò che è accaduto all’oppositore russo. Una morte della quale non si sono ancora individuate con certezza le cause, un funerale che il Cremlino voleva nascondere e un movimento che, adesso, vuole zittire. Chi siano i responsabili di quest’ultima violenza nei confronti di un membro dell’organizzazione di Navalny non è possibile saperlo, almeno al momento. Ciò che fa preoccupare gli oppositori di Putin è però il fatto che Volkov non sia stato aggredito in Russia, bensì fuori dai confini della Federazione. All’interno di un Paese membro della Nato.

Articolo Precedente

“Denudati, picchiati e fatti inginocchiare per ore”: il video-report della Bbc mostra gli abusi dell’esercito israeliano sui medici di Gaza

next
Articolo Successivo

Smarriti, delusi, arrabbiati: gli elettori Dem di New York logorati dalla candidatura di Biden, tra chi si tura il naso e chi vira su Trump

next