Un quadro di scarsa trasparenza, e non solo: finanziamenti elettorali che non seguono le norme di legge, soldi da persone che hanno ricevuto nomine, oppure da società che poi hanno ottenuto lavori. È l’intreccio tra politica, professionisti e imprese che ha segnato la seconda campagna elettorale di Maurizio Rasero, rieletto sindaco di Asti nel 2022 per Forza Italia. A denunciarlo pubblicamente in conferenza stampa, dopo mesi di ricerche e approfondimenti, sono Massimo Cerruti, consigliere comunale del M5s, e Alberto Pasta, avvocato ed ex assessore. “A luglio, guardando la sezione “Amministrazione trasparente” del sito del Comune di Asti, mi sono accorto che mancavano i rendiconti delle spese elettorali e dei finanziamenti di Maurizio Rasero per la campagna elettorale del 2022”, spiega Cerruti. Gli unici dati disponibili erano quelli della campagna elettorale del 2017, anno in cui Rasero è stato eletto per la prima volta. A quel punto, tramite un accesso agli atti, il consigliere pentastellato ha chiesto e ottenuto la documentazione che avrebbe dovuto essere pubblicata online, accessibile alla cittadinanza. Ma qualcosa non tornava.

Per la sua campagna elettorale Rasero ha avuto a disposizione 41.500 euro, di cui soltanto 1.500 messi di tasca propria. Tutto il resto arrivava da 15 finanziatori, di cui tre persone fisiche e dodici società. Secondo Cerruti e Pasta, però, la maggior parte di questi finanziamenti, ben 33.500 euro, non è in regola. Il motivo? Per legge, le aziende che vogliono stanziare una donazione a favore di un candidato devono far approvare la decisione dal consiglio di amministrazione o da un altro organo deliberante, e in seguito devono registrarla nel bilancio. Per molte delle erogazioni a favore di Rasero, invece, mancavano sia i verbali di approvazione dello stanziamento sia i bilanci. In questi mesi, dunque, Cerruti e Pasta hanno consultato gli atti delle società depositati alle Camere di commercio: visure, bilanci, verbali delle assemblee. Nessun “giustificativo” è emerso. Secondo l’avvocato Pasta, si tratta di finanziamento illecito: un reato, sottolinea, che prevede “fino a quattro anni di reclusione, non poco, sia per chi dà, sia per chi riceve”. Lo stesso controllo è stato fatto anche per le quattro società che hanno erogato settemila euro a favore della lista di Fratelli d’Italia: nessun atto societario in allegato, inesistente anche nei database delle Camere di commercio.

Oltre a queste presunte irregolarità formali, sono emerse anche delle coincidenze. Alcuni dei finanziatori del candidato di Forza Italia sono anche persone che nel corso della prima amministrazione Rasero avevano ottenuto degli incarichi remunerati dal Comune. Ad esempio Gianmaria Piacenza, presidente del consiglio d’amministrazione della Casa di cura Sant’Anna: lui ha dato personalmente duemila euro, mentre la società ne ha stanziati tremila, come aveva già fatto nel 2017. Nel 2019, poi, Piacenza è diventato componente del collegio dei revisori dei conti della Fondazione Cassa di risparmio di Asti, sulla quale il sindaco Rasero ha grande influenza (potendo nominare undici membri del consiglio d’indirizzo). L’incarico, che dà diritto a una retribuzione di 13.500 euro e a 250 euro di gettone per ogni seduta, è stato riconfermato poco prima delle amministrative del 2022. Non solo. Dario Piruozzolo, che aveva già donato tremila euro per la campagna di Rasero nel 2017, ne ha elargiti altrettanti nel 2022: il 14 aprile dello stesso anno è stato nominato presidente del collegio dei revisori dei conti della Fondazione, incarico da 16mila euro l’anno (più gettoni).

Tra le persone giuridiche, invece, tremila euro sono arrivati dalla Corevi Servizi, il cui amministratore delegato è Stefano Sesia, mandatario della campagna elettorale di Rasero che negli ultimi anni ha avuto cariche nel collegio dei revisori della Cassa di risparmio di Asti e della Fondazione bancaria, ma è stato anche presidente della Pitagora, società di finanziamenti controllata dall’istituto bancario cittadino. Altri duemila euro (mille ciascuna) sono arrivati da due società amministrate da Fabrizio Imerito, che nel 2021 è stato nominato dal Comune presidente del Consiglio di amministrazione della multiutility Asti servizi pubblici (Asp). “Grazie al sindaco Rasero per la fiducia, che spero di ripagare facendo un lavoro importante”, aveva detto in occasione dell’incarico. Poi c’è una società che ha stanziato diecimila euro, nonostante i bilanci in perdita: è amministrata dal titolare di un’azienda che ha ottenuto l’appalto per la ricostruzione di una scuola. Una ditta di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, ha erogato tremila euro e risulta essere la stessa che ha ottenuto l’affidamento diretto per la fornitura di campane bianche per la raccolta del vetro: “Perché un’azienda di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, va a finanziare un candidato sindaco in un’altra regione?”, si chiede Cerruti, secondo il quale in tutto questo quadro “parrebbe esserci un sistema di dare per avere. Strane coincidenze, ma molto ricorrenti”.

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