“Nell’eventualità che i genitori richiedano di esonerare i propri figli dal pasto in occasione del Ramadan, visto che la scuola non può lasciare a digiuno i bambini e vista l’impossibilità di vigilare gli stessi in altri locali della scuola per mancanza di personale, si forniscono le seguenti disposizioni alternative a scelta dei genitori: 1. i bambini rimangono nel refettorio insieme ai compagni e consumano il pasto; 2. si autorizza l’uscita degli stessi dalle ore 12.30 e il rientro a scuola alle ore 14.30″. Lo dice la circolare di un dirigente scolastico di una scuola di Milano inviata in questi giorni ai maestri, ai professori, ai collaboratori e ai genitori che chiedono la dispensa del pasto per il mese in cui i musulmani praticano il digiuno in rispetto ai dettami del Corano.

A segnalare il caso è la rivista Gambero Rosso. Una vicenda che riguarda un istituto comprensivo frequentato da bambini dai sei ai tredici anni. Com’è noto le donne incinte o che allattano, i bambini e i malati cronici sono, in realtà, esentati dal digiuno, ma spesso vi sono genitori di religione islamica che invitano anche i figli a condividere l’esperienza così che il momento della mensa a scuola, diventa un problema.

Lunedì 11 marzo sarà il primo giorno di Ramadan e il dirigente di questa scuola milanese ha preso carta e penna, per rispondere a quelle mamme e a quei padri che avevano chiesto che i figli potessero saltare il pasto. L’unica soluzione trovata dal preside è stata quella di obbligare comunque i bambini a stare nel refettorio con il piatto davanti, liberi di non mettere in bocca nulla, oppure chiedere ai genitori di venire a recuperare i figli nell’ora e mezza in cui viene consumato il pasto.

Una presa di posizione che ha creato qualche polemica e che è immediata caduta sotto gli occhi della rivista gastronomica che scrive: “Decisioni come quelle della scuola milanese non aiutano molto il dialogo”.

Intanto a due passi da Milano, a Lodi, è proprio la scelta del Comune di abolire la carne di maiale dalle mense scolastiche ad aver acceso uno scontro con la Lega che ha accusato il sindaco Andrea Furegato di aver sostituito gli insaccati con altre fonti proteiche per assecondare le famiglie islamiche. L’europarlamentare leghista Angelo Ciocca ha definito la scelta “incredibile”: “Alla fine sono i bambini italiani, che vorrebbero mangiare carne come hanno sempre fatto, ad essere discriminati. Una scelta folle”. Convinto, invece, della decisione presa il primo cittadino che non intende seguire le polemiche dell’opposizione, ma ribadisce di aver seguito le indicazioni dell’Ats per garantire una dieta sana ed equilibrata.

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