“La normativa relativa ai reati di pubblica amministrazione non ha nulla di sistematico e si è stratificata senza nessuna logica, tra continue, troppe modifiche, e con dosimetrie delle pene (le quantificazioni delle condanne, ndr) senza alcuna razionalità tra reato e reato. Quanto all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, mi asterrò da valutazioni, ne penso tutto il male possibile”. Pensieri e parole in sintesi del procuratore di Perugia Raffaele Cantone, già presidente dell’Anac, che impiega solo quindici minuti per fotografare e denunciare la scarsa qualità del sistema penale italiano quando esce dal terreno della criminalità comune e delle mafie per affrontare i reati dei colletti bianchi.

Cantone ha parlato durante un convegno giuridico a Santa Maria Capua Vetere incentrato sul libro L’inquinamento elettorale, scritto dal procuratore Pierpaolo Bruni. E ha usato aggettivi durissimi. Il regime sanzionatorio della rivelazione di segreto d’ufficio, reato all’attenzione delle cronache di questi giorni per le indagini sugli accessi abusivi alle banche dati, è “inadeguato”, un massimo di appena tre anni. L’eliminazione dell’abuso d’ufficio avrebbe un effetto deleterio “mostruoso” sulla possibilità di aggredire le fattispecie corruttive, perché si perde un reato spia. L’intera materia dei reati di pubblica amministrazione è affastellata in modo “illogico”. Il reato di omissione d’atti d’ufficio è “ridicolo” e qui il procuratore di Perugia si riferisce soprattutto alla pena prevista per chi lo commette. E se alcune fattispecie di corruzione sono punite, come la concussione, secondo Cantone “il sistema perde ogni logica”.

Il procuratore di Perugia ce l’ha soprattutto con l’ormai imminente abrogazione dell’abuso d’ufficio, già approvata da un ramo del Parlamento. “Credo che quella sull’abuso d’ufficio sia una delle peggiori riforme mai fatte nell’ultimo periodo, la sua eliminazione rappresenta anche dal punto di vista ideologico un passo indietro nell’ambito di uno Stato liberale. Perché non soltanto si elimina l’abuso d’ufficio di vantaggio, ma si elimina l’abuso d’ufficio di danno in un Paese in cui una delle prime riforme che vennero fatte nel 1944 fu quella di prevedere una scriminante degli atti arbitrari del pubblico ufficiale. Cioè si era previsto che perfino il cittadino poteva reagire con atti di violenza contro atti arbitrari del pubblico ufficiale”. Quanto al presente, Cantone osserva che “la prossima direttiva europea in materia di anticorruzione obbliga i Paesi a prevedere una fattispecie di abuso d’ufficio. Per cui rischiamo di dover approvare una norma che dovremo ripristinare”.

E se salta l’abuso d’ufficio, che fino a ora ha punito la violazione del dovere di astensione, “non ci sarà tutela penale in materia di conflitto di interesse”, parole “che nel nostro mondo faticano a entrare ma sono il vero grande problema di chi vuole affrontare i temi della pubblica amministrazione. Invece si continua a far finta di nulla. E ci sarà un arretramento pericolosissimo sul piano della valutazione dei principi costituzionali, con l’articolo 97 (l’articolo sul principio di imparzialità della pubblica amministrazione, ndr) declassato a norma secondaria senza presidio penale a tutelarne il principio”. Inoltre, secondo il pm, la morte dell’abuso d’ufficio sarà accompagnata da quella del reato di traffico d’influenze e “si perderanno anche le pochissime sentenze in giudicato”.

“Oggi – ricorda Cantone – abbiamo una prima limitatissima normativa sul conflitto d’interesse. Il problema sarebbe quello di mettere tutto a sistema: io credo che bisognerebbe innanzitutto avere il coraggio di dire che in questa materia ci debba essere un vero e proprio fermo biologico. Basta riforme”.

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