Due dei tre schermidori, accusati da una collega 17enne di violenza sessuale di gruppo durante un raduno a Chianciano Terme, si sono autosospesi. Si tratta, secondo quanto riporta La Repubblica, dei due atleti maggiorenni. Un passo indietro che i due giovani hanno deciso con i maestri e gli avvocati dopo la denuncia da parte del legale di parte civile di una presunta inerzia da parte della procura di Siena e della Federschema. Sia gli inquirenti che la federazione hanno respinto le lamentele sostenendo che le indagini sono state fatte nell’immediatezza e che la federazione si è attivata immediatamente e che si costituirà parte civile. I giovani denunciati negano di aver violentato la 17enne e parlando di sesso consenziente. Gli abusi, dopo aver bevuto al pub una birra, sarebbero avvenuti il 4 e il 5 agosto scorso. I tre ragazzi sarebbero stati ubriachi e la giovane – nelle cui urine sono state trovate tracce di urine – non ricorda molto dopo essere entrata in quella stanza. “Ho sentito Azzi, l’ho subito chiamato e mi ha riferito con una serie di passaggi millimetrici tutto quello che era successo. La procura di Siena sapete cosa ha ritenuto giusto fare e su questo ci sono atti secretati – ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò – Le accuse sono molto gravi, poi si entra nel campo delle interpretazioni e delle logiche”.

La protesta della difesa degli indagati – I legali degli indagati ieri hanno protestato per la pubblicazione di foto e nomi dei loro assistiti. “A prescindere da come si concluderanno le indagini della Procura della Repubblica, che, leggendo il suo comunicato, ha agito con solerzia e nel pieno rispetto dei diritti di tutti gli attori coinvolti, è estremamente grave che un processo che involge tematiche così delicate si svolga sui mass media quando esistono strumenti giuridici e forme di tutela molto efficaci concesse dall’ordinamento – si legge in una nota congiunta diffusa in serata gli avvocati Enrico de Martino, Gian Paolo Del Sasso e Matteo Antonio Starace -. Non possiamo che ribadire in questa fase niente più di quanto già dichiarato, ossia l’innocenza dei nostri assistiti i quali ribadiscono di non aver mai usato violenza a nessuno” spiegano i legali che affermano poi che “stiamo assistendo, nostro malgrado, a un processo mediatico quando ancora nessuno (quanto meno la difesa degli indagati) ha potuto leggere gli atti delle indagini preliminari, unici elementi su cui si può svolgere un giudizio, ciò che svilisce la funzione forense: l’avvocato, in particolare, deve ispirarsi a criteri di equilibrio e misura nei rapporti con gli organi di informazione e a tali principi ci vogliamo attenere. Riteniamo di non poter aggiungere altro in un contesto in cui si è addirittura arrivati a pubblicare foto e nomi di persone che ad oggi devono essere trattate da tutti come innocenti (quanto meno sino a una sentenza di condanna), che non sono neppure state attinte da una qualsiasi misura cautelare e che dunque hanno pieno diritto, come tutti i cittadini, alla riservatezza, almeno sino alla conclusione delle indagini preliminari che, salvo particolari atti, si svolgono nel segreto istruttorio. Chiediamo dunque nuovamente attenzione e rispetto, nonché equilibrio e misura, in una vicenda delicata e dolorosa per tutti, in attesa dell’accertamento dei fatti da parte della magistratura”.

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