Uno è morto precipitando nel vano ascensore di un palazzo in ristrutturazione nel centro storico di Terlizzi, nel Barese, l’altro è caduto da un capannone nella zona industriale a Reggio Emilia. L’ultima vittima di un incidente sul lavoro aveva 79 anni, compiuti neanche ventiquattr’ore fa, era il capocantiere, dipendente da tempo della ditta per la quale stava lavorando. Si chiamava Cesare Dibitetto, ed era residente a Giovinazzo.

Tutto è accaduto nel centro storico del paese barese durante le operazioni di verifica dei livelli dell’ascensore prima di procedere al rivestimento: mentre con un collega stavano usando una sonda per verificare la perfetta messa in posa, il 79enne è caduto dal primo piano fino al piano seminterrato, in pratica quindi da due piani. È stato l’altro operaio che stava svolgendo il lavoro di verifica con lui ad accorgersi di quanto accaduto poiché non riceveva più segnali dal collega. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, gli ispettori dello Spesal, il magistrato di turno della procura di Trani, Marcello Catalano, e i carabinieri.

L’altro incidente mortale sul lavoro si è verificato a Mancasale, alle porte di Reggio Emilia. La vittima è un uomo 56enne di origine egiziana caduto a terra da diversi metri d’altezza mentre stava lavorando in un capannone dell’azienda Reggio Ponteggi, in via Calvi di Coenzo. Secondo una prima ricostruzione, stava svolgendo lavori di pulizia sulle grondaie sopra a un tetto di un capannone affittato dalla Reggio Ponteggi, di cui non risulta essere dipendente. Stava svolgendo lavori per conto dell’amministratore del capannone, quando sarebbe caduto da altezza di circa 6 metri: era sul tetto e ha sfondato un lucernario, precipitando all’interno.

Sul posto le volanti della questura, gli agenti della polizia locale, i vigili del fuoco e il personale di Medicina del Lavoro dell’Ausl che stanno cercando di ricostruire la dinamica e le eventuali responsabilità. Cgil, Cisl e Uil di Reggio Emilia hanno indetto uno sciopero generale del settore privato di due ore per mercoledì: “Nella nostra provincia gli infortuni mortali nel 2023 sono stati sette ma, come dimostra la tragedia avvenuta oggi all’interno di un capannone di Mancasale, questo numero è destinato a crescere se non si metteranno in atto i necessari provvedimenti”, commentano i sindacati. “Mancanza di una capillarità dei controlli, esplosione dei subappalti selvaggi, violazione reiterata delle norme sulla salute e sicurezza, precarietà lavorativa che nel settore edile si concretizza in partite iva che nascondono sfruttamento lavorativo. Ecco le ragioni che determinano la strage infinita, indegna di un Paese civile”.

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