Gli studenti occupano il liceo, ma un insegnante cerca di sfondare il cordone e colpisce i ragazzi con un ombrello. È accaduto al classico Parini di Milano, storico istituto del capoluogo lombardo, occupato da lunedì 4 marzo da circa quattrocento giovani che hanno aderito alla mobilitazione lanciata dal collettivo Rebelde. Il liceo, in zona Brera, è la sesta scuola occupata in città in poco più di un mese (il settimo se si considera il tentativo fallito all’artistico Boccioni): i manifestanti sono arrivati alle sei del mattino per il classico “picchetto”, il presidio per impedire l’entrata ai professori e ai compagni che vogliono fare lezione. E proprio in quell’occasione uno di loro, Filippo Spinelli, rappresentante del Parini alla Consulta provinciale degli studenti, è stato colpito con un’ombrellata da un docente intenzionato a entrare a scuola. “Non mi sono fatto niente, il prof ha anche chiesto scusa, ma è stato un gesto evocativo delle manganellate agli studenti a Pisa e a Firenze”, dice Spinelli. “Diciamo che i docenti si sono divisi in tre categorie: chi in qualche modo ci appoggiava, chi ci strizzava l’occhio e chi era contrario. E in questa ultima categoria rientra il prof che ha usato l’ombrello su di noi”, spiega. E sulle ragioni della protesta sottolinea: “Abbiamo deciso di occupare il liceo come segno di protesta nei confronti di una scuola che non si occupa più del disagio“.

Sulla reazione del docente è intervenuto anche il preside del Parini, Massimo Nunzio Barrella: “Gesto da condannare, per fortuna senza conseguenze. Sicuramente non è da incoraggiare. Era un momento di alta tensione per tutti e può essere che il professore abbia perso la pazienza, magari è stato insultato” ha detto. L’unico che è riuscito a varcare la soglia dell’istituto è proprio il dirigente scolastico: “Nel mio ufficio ho preso il microfono e una cassa, e ho detto in modo esplicito che a mio avviso l’occupazione con i picchetti è un gesto violento. Il Parini è un liceo e come tutte le scuole dev’essere il luogo del dialogo e della non violenza”. Secondo Barrella, l’occupazione realizzata con queste modalità “è un atto anti democratico, e infatti al microfono ho urlato “viva la democrazia, viva la libertà e viva la Repubblica“. Se ci sono stati momenti di tensione tra ragazzi e professori mi dispiace, i professori si impegnano tanto e danno tanto, e si sono sentiti un po’ traditi” dopo la cogestione che si è svolta serenamente qualche settimana fa. “Fortunatamente non ci sono stati feriti, nessuno ha chiamato ambulanze e non c’è stato alcun intervento violento di carabinieri o polizia”, conclude.

Barrella non ha intenzione di lasciare l’edificio. “Mi dicono che vogliono continuare fino a giovedì e io rimarrò presente durante tutta l’occupazione, stanotte dormirò qui. Non mi allontanerò”, dice all’agenzia AdnKronos. “Avverto una grande responsabilità, sia dell’incolumità dei ragazzi che partecipano all’occupazione, sia per possibili infiltrati che magari hanno cattive intenzioni o potrebbero abbandonarsi ad atti di vandalismo. In questo momento la situazione è sotto controllo e spero che l’occupazione continui in maniera controllata e civile“. I ragazzi che occupano “sono in aula magna e in cortile e so che ci sono state assemblee stamattina, che hanno proiettato un film. Suppongo che le ragioni dell’occupazione siano le stesse di altri licei” che riguardano recenti scontri tra studenti e forze dell’ordine e, più in generale, la richiesta di maggior sostegno psicologico. “Manifestare il proprio dissenso non è negativo, il problema è impedire ad altri di esprimere un’opinione diversa. Io non ho mai proibito di manifestare il proprio pensiero, tant’è che non ho chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per far sgomberare e non lo farò se si comportano civilmente. Ho solo chiesto di identificare chi non è del Parini“, osserva il preside.

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