Nel terzo millennio, i ricchi amano abitare in alto. Si respira meglio. In tutto il mondo, i grattacieli residenziali si sono moltiplicati. Secondo Friedensreich Hundertwasser, l’architetto ed ecologista austriaco che di autodefiniva medico dell’architettura, “l’inquinamento visivo è più velenoso di qualsiasi altro inquinamento perché uccide l’anima”. In Italia, il fenomeno ha preso piede soprattutto Milano, dove lo skyline è stato sconvolto creando un paesaggio urbano del tutto simile a una new-town cinese o alla brutta copia delle città simbolo della opulenza arabica. È il mercato, bellezza, caratterizzato da un imbattibile effetto di retroazione positivo: al lusso corrispondono alti profitti e chi gode di alti profitti ama il lusso.

Billionaires’ Row è il soprannome di un gruppo di grattacieli residenziali ultra lussuosi costruiti nell’estremità meridionale di Central Park a Manhattan, New York City (nella foto in evidenza). Molti degli edifici della “Stecca dei Miliardari” sono “supertall”, alti più di 300 metri. Tra i fabbricati più alti del mondo, questi edifici sono un archetipo della stratificazione sociale che si sta affermando nel nuovo millennio.

Queste residenze vantano una vista mozzafiato su Central Park e lo skyline di New York, offrendo una gamma di servizi di lusso come piscine private e centri benessere, servizi di portineria e misure di sicurezza di alto livello. Gli edifici, al momento, sono mezzi vuoti. Un motivo plausibile è l’eccesso di offerta di immobili di fascia alta. I prezzi di queste proprietà superano abbondantemente il milione di dollari, fuori portata per la maggior parte dei residenti di New York City nonostante il loro cospicuo reddito, mediamente superiore a 75mila dollari all’anno. Tutto è amplificato dallo strascico della epidemia di Covid-19 e dall’impatto della guerra russo-ucraina, che hanno ridotto i viaggi internazionali e fatto calare gli investimenti esteri.

Il futuro di Billionaires’ Row è incerto. Da un lato, alcuni esperti ritengono che, a New York City, il mercato degli alloggi di lusso sia sovradimensionato e prevedono una diminuzione dei prezzi, più o meno imminente. Al contrario, altri immobiliaristi scommettono sulla persistenza della domanda di abitazioni di lusso e profetizzano un continuo aumento dei prezzi.

Se a New York la sorte dei grattacieli di lusso è in bilico, i ruderi di Oceanwide Plaza a Los Angeles mettono i brividi. Un trio di grattacieli scintillanti avrebbe dovuto ospitare condomini di lusso, un hotel a cinque stelle e una galleria all’aperto con negozi e ristoranti. Nonché sale di proiezione private, un parco di due ettari, servizi di toelettatura degli animali domestici, una piscina sul tetto, un celebre fitness-trainer dedicato a pieno tempo a curare lo stile di vita e il benessere dei residenti. Per una serie di problemi finanziari, geopolitici e legali la costruzione, iniziata nel 2015, non è stata mai terminata.

Quei grattacieli sono diventati un simbolo di tracotanza urbanistica. Da lontano, non sono dissimili ai tanti edifici “bombardati” dalle guerre in corso. Visti con più attenzione, questi scheletri in gran parte già vetrati sono diventati il tempio della tag street art. Decine di graffitari hanno coperto con i loro alias le finestre che si innalzano per oltre 40 piani, visibili dalle autostrade che non mancano neppure in centro città.

Oceanwide Plaza a Los Angeles, frame tratto da Youtube

Per alcuni, Oceanwide Plaza è diventata un landmark iconico che valorizza un paesaggio urbano abbastanza anonimo. Per altri, i graffiti sono un atto di vandalismo che incoraggia ondate di criminalità, una opinione condivisa soprattutto dai vicini che denunciano un calo della sicurezza. Assieme a una fonte di imbarazzo per gli amministratori, Oceanwide Plaza è anche una fonte di pericolo.

Poiché le città continuano a popolarsi sempre più, la domanda di alloggi a prezzi accessibili sta aumentando. Architetti e impresari giocano un ruolo fondamentale per affrontare il problema creando edifici accessibili a una più ampia gamma di persone. Progettare palazzi per ricchi esclude la maggior parte della gente. Anzi, tende a espellerla dalla città stessa. La soluzione è progettare edifici non solo iconici ma anche funzionali e convenienti.

L’architettura non può nascondersi di fronte alle disuguaglianze sociali. Nel caso di Billionaire’s Row, il focus sulla creazione di edifici mozzafiato ha mascherato la crisi immobiliare che sta colpendo moltissimi residenti newyorkesi. C’è bisogno di creare spazi più equi e accessibili a tutti per evitare che le grandi città si trasformino, nel caso migliore, in luccicanti castelli medioevali. In moderni ruderi, nel peggiore.

Come racconta Corina Knoll in un recente articolo pubblicato dal New York Times, l’occupazione di questi spazi da parte dei graffitisti ha comunque svelato al mondo una follia finora poco nota, una impresa disastrosa non solo per gli imprenditori, ma per la città intera. “E ciò che succede quando le cose vengono abbandonate: noi artisti dei graffiti siamo come ragni, metteremo le ragnatele fin lassù” afferma uno di loro.

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