Le elezioni regionali in Sardegna, gli studenti manganellati a Pisa dalla polizia, ma soprattutto il rapporto con il Quirinale e il ruolo del presidente della Repubblica dopo lo scambio di battute a distanza. Che per Giorgia Meloni sono state montate ad arte per inventare crepe nel dialogo con Mattarella. Anche e soprattutto di questo ha parlato la premier in Canada nel punto stampa dopo l’incontro con il presidente Trudeau. “Da quello che so io il Quirinale non fa filtrare i propri umori, quando ha qualcosa da dire la dice” ha detto, cercando di smorzare la polemica dovuta all’interpretazione delle sue parole: “Se qualcuno pensa che la mia dichiarazione sia riferita a Mattarella significherebbe che Mattarella abbia tolto il sostegno alle forze dell’ordine – ha spiegato – ma non è così e io non mi riferivo al Capo dello Stato, Giorgia Meloni ce l’aveva con la sinistra”. Poi l’attacco: “I miei rapporti con il presidente della Repubblica sono ottimi, anche se ci sono dei tentativi di creare una crepa con il Quirinale. Non ci sono distanze con il Capo dello Stato”.

A chi gli chiedeva quale fosse l’obiettivo di questo presunto tentativo di incrinare il rapporto con l’inquilino del Colle, la leader di Fratelli d’Italia ha risposto che a suo dire il fine era quello di “schermare la contrarietà alla riforma del premierato. Non mi sembra corretto – ha detto – utilizzare una figura come quella del presidente della Repubblica per questo”. Eppure le parole della premier dopo l’intervento di Mattarella sembravano oggettivamente molto chiare (aveva parlato del “pericolo di togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra”). La diretta interessata, tuttavia, ha precisato (o almeno ci ha provato) che non erano rivolte al capo dello Stato: “Ce l’avevo con la sinistra, sempre capace di criticare quando le cose vanno male ma mai capace di difendere le forze dell’ordine”.

Polemica rientrata e nessun problema col presidente della Repubblica? “Sergio Mattarella è una figura di garanzia” ha sottolineato la premier, prima di ripetere che “non si può utilizzare l’autorevolezza del Capo dello Stato per fare una campagna contro il premierato e per un interesse di partito. È una mancanza di rispetto nei confronti del presidente della Repubblica” ha aggiunto, prima di esprimere anche solidarietà e stima verso il Capo dello Stato per questi tentativi “scorretti” di coinvolgerlo. A sentire Meloni, quindi, è stata tutta una montatura per cercare di ostacolare la riforma del premierato. La leader del governo è sicura: “Chi è serio sa benissimo che ho fatto una riforma che volutamente non tocca i poteri del capo dello Stato – ha sottolineato – perché so che il presidente Mattarella è una figura di garanzia, è un’istituzione unificante”. In realtà le cose non stanno esattamente come dice la premier, perché dalle prime analisi con la riforma del premierato cambierebbero giocoforza gli equilibri tra i poteri dello Stato, con la conseguenza diretta di un ridimensionamento della figura del presidente della Repubblica. Per Meloni non è così: “I poteri restano fermi e immutati” ha aggiunto, rinnovando “la totale stima” al capo dello Stato e – ancora una volta – “solidarietà per i tentativi di utilizzarlo: il gioco mi è chiarissimo – ha attaccato – si sta cercando di mettere in piedi uno scontro con il presidente della Repubblica perché la sinistra non sa come spiegare che non vuole che i cittadini scelgano da chi farsi rappresentare“.

Non poteva mancare una battuta sulle elezioni regionali in Sardegna. Meloni non ha cambiato le carte in tavola, ha ammesso che le cose non sono andate bene, ma al tempo stesso ha preso tempo e ha approfittato di una circostanza ormai insperata: “Aspettiamo il riconteggio poi vediamo cosa fare, mi pare che si stia assottigliando lo scarto, le cose sono andate meno peggio di come sembrava”. Per il candidato sbagliato? “No” ha detto Meloni, che ha difeso ancora una volta la scelta di puntare su Truzzu. “Le cose vanno a volte bene, a volte male e ognuno si assume le proprie responsabilità – ha detto – Io conosco Paolo Truzzu da danti anni. Lo considero una persona capace, una persona per bene. Poi evidentemente, la valutazione è stata sbagliata. Vedremo quanto sbagliata” ha aggiunto, in riferimento al riconteggio in corso in Sardegna. “Secondo me bisogna aspettare – ha concluso – mi pare che lo scarto si stia assottigliando parecchio”.

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