Succede che uno dei vincitori dell’Israel Prize – massima onorificenza dello Stato ebraico – è uno dei più fieri oppositori del primo ministro Benjamin Netanyahu. Falliti i tentativi di influenzare la giuria, il governo ha così deciso di cancellare del tutto i premi quest’anno. Una scelta che denuncia l’ennesima intromissione della politica, decisa a “premiare” solo quelli che piacciono al governo. Il ministro dell’Istruzione israeliano Yoav Kisch ha deciso di annullare l’assegnazione dell’Israel Prize per la ricerca scientifica dopo aver appreso che la giuria del premio aveva scelto come vincitore l’uomo d’affari e informatico Eyal Waldman, che è uno degli uomini più ricchi di Israele ma anche uno dei leader delle proteste dei lavoratori dell’hi-tech contro il “golpe giudiziario” di Netanyahu.

Con il premier c’è stato anche un duro scontro verbale dopo che sua figlia Danielle e il suo compagno Noam Shai sono stati assassinati da Hamas al festival Nova il 7 ottobre. Secondo il regolamento, quest’anno il premio avrebbe dovuto essere assegnato nei settori: psicologia, economia, letteratura della Torah e del diritto ebraico, biologia, fisica, matematica, informatica, media, atletica, imprenditorialità e innovazione tecnologica. Vista la guerra con Hamas a Gaza, il ministro Kisch aveva inizialmente deciso di aggiungere quest’anno due nuove categorie: “responsabilità reciproca” ed “eroismo civico”.

Poi però, aveva annunciato di aver deciso di rinviare al prossimo anno tutti i premi, fatta eccezione per le due nuove categorie. Cosa è accaduto nel frattempo? È successo che la giuria del premio per l’innovazione tecnologica, presieduta dall’accademico Ami Appelbaum, ex capo scienziato del ministero dell’Economia, aveva scelto Waldman con “un ampio margine” sugli altri candidati. Quando il ministro ha saputo della designazione ha pressato la giuria affinché cambiasse candidato ma gli accademici guidati da Appelbaum si sono rifiutati. Allora Kisch prima ha cancellato l’intera categoria del premio. E dopo tutte le altre.

Secondo lo statuto dell’Israel Prize, la conferma da parte del ministro dell’Istruzione della scelta della giuria è l’ultimo passo prima dell’annuncio del vincitore. I premi vengono poi formalmente assegnati il Giorno dell’Indipendenza. Kisch nega. “La decisione di rinviare il Premio Israele deriva esclusivamente dallo stato di guerra del Paese”, ha twittato in sua difesa. I vertici dell’Accademia delle scienze e degli studi umanistici hanno duramente criticato la decisione di Kisch. “L’annullamento del premio nei campi della ricerca scientifica, della creatività e del lavoro della vita contraddice l’essenza del premio e il fatto stesso della sua esistenza e infligge un colpo estremamente duro allo status della scienza in Israele e all’infrastruttura intellettuale su cui è costruita”, hanno scritto in una lettera aperta.

Già nel 2015, Netanyahu tentò di “intervenire” nella selezione dei premiati. Allora il caso riguardò lo scrittore David Grossman, da sempre fortemente critico sulle scelte dei governi guidati da Bibi. E anche quell’anno il premio di letteratura non venne assegnato. Più recentemente, due successivi ministri dell’Istruzione, Yoav Gallant e Yifat Shasha-Biton, hanno rifiutato di accettare la decisione della giuria di assegnare il premio per la matematica e l’informatica per il 2021 al prof. Oded Goldreich dell’Istituto Weizmann. Solo dopo che la Corte Suprema ha stabilito che non si poteva annullare la decisione della giuria, Goldreich ha ricevuto il premio.

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