Valdastico, 1100 abitanti nell’Alto Vicentino, là dove avvenne la strage di Pedescala nel 1945. Ora tra quelle strade si è scatenata un’altra guerra, interna e non violenta, tra il sindaco Claudio Sartori e il medico Jamal Basal. Tra il 2019 e il 2023 il dottore aveva visitato i pazienti nell’ambulatorio comunale; poi sono cominciate le polemiche, tra chi non gradiva i suoi comportamenti (e lo ha segnalato con degli esposti) e chi invece gli chiedeva di tornare in città. In questi giorni l’azienda sanitaria locale ha ridato l’incarico a Basal, valido dall’1 marzo: in risposta, il primo cittadino ha fatto cambiare la serratura dell’ambulatorio e sta raccogliendo delle firme per impedire il ritorno del professionista, minacciando di murare l’ingresso. Lui difende la propria professionalità. Il caso è scoppiato in città e finito anche nelle cronache nazionali.

“Basal dal 2019 al 2023 è passato da 1200 pazienti a 500, tutti scappavano , dice a Ilfattoquotidiano.it il sindaco Claudio Sartori – ci sono 16 esposti scritti dei cittadini, che ho presentato a mia firma all’azienda sanitaria e alla procura della Repubblica: segnalazioni su disservizi, prenotazioni di farmaci sbagliati rispetto alla patologia della persona e una relazione della casa di riposo comunale, in cui visitava. Dicono che non intendeva ricevere ordini da donne, nel dicembre 2022 l’ho revocato da quell’incarico”. Nel 2023 il medico si è trasferito altrove; di recente l’ulss7 Pedemontana gli ha riaffidato l’incarico nell’ambulatorio comunale. Basal tornerà come medico di medicina generale. “Per noi è inaccettabile, piuttosto muriamo l’ambulatorio
e stiamo senza”.

“Sono un libero professionista, ricercatore all’università di Padova – si presenta il dottore, 55 anni, in Italia dal 1989 – il sindaco mi accusa di aver sbagliato terapie per le quali ho un master, le segnalazioni sono state respinte dall’Ulss. Tanti pazienti vogliono che torni. Le polemiche sono insensate: sembra possibile che io mi sia rifiutato di visitare le donne? Ho visitato anche il sindaco, la moglie e la cognata. Anche io ho raccolto delle firme, per la maggior parte di donne. Persino la farmacista del paese smentisce che io abbia sbagliato a prescrivere dei farmaci. E nel vecchio ambulatorio ho speso 5mila euro di tasca mia per il battiscopa, il bagno e ridare il colore”.

E adesso? “Dall’1 marzo ricomincio a lavorare lì. Mi dispiace che vada così, il sindaco mi aveva anche regalato un cappone”. Tra i due sarebbe in corso una serie di querele per diffamazione a mezzo stampa. Di quegli esposti presentati in procura non si è più saputo nulla, così come di alcune visite dei Nas dei Carabinieri in seguito a delle segnalazioni. L’ulls7 ha rilasciato una nota in merito. “Contro il dott. Basal non è vi è stato e non vi è alcun provvedimento da parte dell’Ordine dei Medici né alcuna denuncia formale alle Forze dell’Ordine,
pertanto la sua nomina costituisce un atto dovuto essendo – nella graduatoria aziendale – il primo medico utile per l’assegnazione dell’incarico”. Intanto il Comune potrebbe fare muro. Letteralmente.

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