Prima in un piazzale lontano, “a trecento metri di distanza“, e poi appena fuori dal locale, tanto da sentire il rumore dello sparo. E’ la versione fornita da Andrea Delmastro ai pm sull’incidente di Capodanno alla Pro loco di Rosazza (Biella), dove un proiettile partito dalla pistola di Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia (ora sospeso) presente con lui a un veglione, ha ferito il 31enne Luca Campana, genero del suo caposcorta, Pablito Morello. L’8 gennaio scorso Delmastro è stato ascoltato dalle pm di Biella (la procuratrice Teresa Angela Camelio e la sostituta Paola Francesca Ranieri) che indagano Pozzolo per lesioni e porto abusivo d’armi: il suo racconto alle magistrate, riportato dal quotidiano Domani, differisce in almeno un punto chiave da quello affidato alla stampa il giorno dopo il fatto. In due interviste a Repubblica e Corriere, infatti, il sottosegretario aveva detto di non aver sentito lo sparo perché in quel momento si trovava lontano dalla Pro loco, essendosi recato a caricare la macchina con gli avanzi della cena: “Esci per buttare la monnezza, torni, e trovi un puttanaio. Avevo quattro buste da portare in auto, ero a trecento metri di distanza, nel piazzale. Ero uscito con le prime due. Ritorno indietro per prendere le altre due e sento la moglie di quello che è stato ferito che grida “un botto… un botto“. Mi si gela il sangue e cerco di capire. Ho pensato che fosse esploso un petardo“.

In Procura pochi giorni dopo l’esponente di Fdi dice: “Ero fuori con due conoscenti di mia figlia, ho solo sentito il rumore dello sparo e ho pensato fosse un petardo. Poco prima avevo caricato la mia macchina, ero risalito e mi stavo trattenendo a fumare una sigaretta. Dopo il petardo non mi sono allarmato particolarmente e ho terminato la sigaretta, per poi rientrare e rendermi conto di ciò che era successo”, sono le sue parole, riportate da Domani. Come anche era stato ricostruito dal Fatto Quotidiano il sottosegretario sentì il botto, ma non era così forte da allarmarlo e precipitarsi di nuovo dentro la sede della Pro Loco. Delmastro ha sempre affermato di non sapere, della presenza della pistola al veglione.

Poi c’è un aspetto che si aggiunge. Secondo la sua versione, il sottosegretario si trovava fuori dal locale senza la scorta, pagata dai contribuenti proteggerlo? Il punto è centrale, perché il caposcorta – ispettore capo della Polizia penitenziaria – era sicuramente presente al momento dello sparo, e ha raccontato ai pm di aver preso in mano l’arma, consegnatagli dal figlio Maverick, per metterla in sicurezza dopo l’incidente. Una ricostruzione confermata dal fatto che sulla pistola ci fossero entrambi i loro Dna. Delmastro, sempre stando a quanto riporta il Domani, ai pm ha spiegato che si trattava di una situazione protetta e tranquilla e così ha lasciato i due agenti all’interno della Pro loco. A metà gennaio Morello è stato messo in ferie forzate: il suo posto è stato preso da un altro caposcorta.

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