A pochi giorni dalla strage nel cantiere dell’Esselunga a Firenze, costato la vita a cinque operai, e mentre si accendo i riflettori sul tema della sicurezza sul lavoro, dal governo arriva un “No” secco. È quello del ministro della Giustizia che chiude alla possibilità di introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Una presa di posizione, dopo la paventata apertura della ministra del lavoro Calderone, che ha causato la dura reazione del mondo sindacale: “Ma che coscienza avete?” ha detto il segretario generale della Uil rivolgendosi al ministro Carlo Nordio durante la manifestazione di Cgil e Uil davanti al cantiere di via Mariti.

Intervenendo al question time alla Camera, il ministro della Giustizia non ha usato giri di parole: parlando del Consiglio dei ministri nel quale è stato affrontata anche “l’ipotesi di eventuali sanzioni penali“, Nordio ha sottolineato non solo che lui è “abbastanza contrario” all’introduzione dell’omicidio sul lavoro ma che “il principio non è stato trattato” in Cdm “perché con l’esperienza dell’omicidio stradale, che ha aumentato a dismisura la pena, gli incidenti non sono diminuiti ma aumentati“. Il ministro ha parlato di “altre misure allo studio” per contrastare “il lavoro sommerso”, ma ha chiuso la porta a qualsiasi valutazione sull’ipotesi del reato di omicidio sul lavoro.

Argomento chiuso per il ministro ma non certo per i sindacati. “Quello che è successo a Firenze dimostra che è necessario intervenire prima con la formazione e la prevenzione, durante con le ispezioni e dopo inasprendo le pene provando a inserire nel nostro ordinamento la previsione dell’omicidio per violazione delle norme sul lavoro“, ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, alla manifestazione di Firenze. E punta il dito proprio contro le parole del ministro: “A Nordio dico: a luglio 2023 avete introdotto l’omicidio nautico e non volete introdurre l’omicidio sul lavoro? Ma che coscienza avete?”, ha replicato Bombardieri ribandendo che “chi viola le norme sulla sicurezza non deve partecipare ai bandi per la pubblica amministrazione. I nostro soldi – ha concluso – non possono andare a chi uccide le persone“.

Sulla stessa falsariga Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil: “Se si vuole dare un messaggio” è necessario “aumentare le pene” e introdurre “l’aggravante di omicidio sul lavoro, come è stata introdotta per l’omicidio stradale”. Segretario della Federazione italiana dei lavoratori dell’edilizia che evidenzia come l’Italia sia “l’unico paese dove, se chi guida ubriaco investe qualcuno il reato è doloso, mentre se si mandano a morire dei lavoratori non formati, senza sicurezza siamo ancora all’omicidio colposo, senza un giorno di galera per chi è giudicato colpevole e senza neanche la possibilità, per le famiglie delle vittime, di chiedere il sequestro patrimoniale preventivo”. Genovesi critica anche l’approccio del governo che “starebbe per varare una serie di norme a tutela dei lavoratori, senza un confronto con i maggiori sindacati del paese, con chi rappresenta centinaia di migliaia di lavoratori, con chi tutti i giorni frequenta i cantieri”. Cosa che “sarebbe – sottolinea – un fatto di una gravità inaudita anche per il messaggio che manderebbe alle migliaia e migliaia di lavoratori, rappresentanti per la sicurezza, delegati di cantiere che certo sanno cosa vuol dire concretamente combattere illegalità, dumping contrattuale, lavoro nero, incidenti”.

Dal fronte politico critiche a Nordio arrivano dal sindaco di Firenze. La contrarietà del ministro della Giustizia a una normativa che preveda l’omicidio sul lavoro “mi pare una risposta a caldo: partire con un no non mi sembra un grande gesto di disponibilità al confronto“, ha detto Dario Nardella, parlando al termine della manifestazione di Cgil e Uil. “Se il ministro propone altre soluzioni parliamone”, ha aggiunto Nardella, secondo cui “non abbiamo bisogno né di spot né di passerelle”.

Il no di Nordio è arrivato mentre 8 mila persone – tra garofani bianchi, tute e caschetti da cantiere – hanno partecipato a Firenze alla manifestazione organizzata da Cgil e Uil per la morte dei cinque operai per il crollo avvenuto il 16 febbraio nel cantiere del supermercato. Tante le bandiere dei due sindacati con molte delegazioni provenienti da tutta la Toscana. Alla manifestazione anche la Rsu Esselunga di Firenze e vari lavoratori stranieri. Con loro molti semplici cittadini, insieme a delegazioni politiche, tra gli altri, di Pd, M5s, e Avs. Tra la folla in tanti intonavano slogan per dire “Basta alle morti sul lavoro”. Dal palco improvvisato prima dei segretari della Cgil, Maurizio Landini, e della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha preso la parola un lavoratore straniero: “Quello che è successo qui non è un caso – ha detto -, sono omicidi di persone impreparate, venute qui per guadagnare un euro in più. Basta, tutto questo deve cambiare. Da lavoratore chiedo zero morti sul lavoro e non un minuto di silenzio”.

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