Le proteste degli ambientalisti non sono riuscite a fermare le motoseghe. A Cortina è cominciato il taglio dei 500 larici nel bosco di Ronco per far posto al cantiere di costruzione della nuova pista da bob “Eugenio Monti”. L’impresa LGB Forestal Service di Luca Ghedina Broco, il fratello del campione di sci Kristian, si è messa al lavoro di buon mattino. Il rumore delle motoseghe e dei primi alberi abbattuti ha svegliato gli abitanti. Numerosi ambientalisti stanno andando a Cortina per assistere da lontano alle operazioni, esponendo cartelli e striscioni. Proprio oggi sono attesi i commissari del Comitato Olimpico Internazionale che devono verificare lo stato di avanzamento della preparazione ai Giochi invernali Milano Cortina 2026. Si troveranno di fronte un’area soltanto recintata, un cantiere senza operai né movimentazione terra, mentre mancano appena 13 mesi alla scadenza per il precollaudo dell’opera. Il governatore leghista Luca Zaia, che è stato uno dei principali sostenitori della nuova pista assieme al ministro Matteo Salvini, ha dichiarato a Radio Cortina, a poche ore dall’avvio del disboscamento: “Questo non è un cantiere della Regione e non lo paga la Regione. Incrociamo le dita perché si concluda entro le Olimpiadi. A chi in giro per l’Italia sostiene la leggenda metropolitana che la pista sia una nuova opera, ricordo che è meno impattante e più corta di quella vecchia”. In realtà costerà 120 milioni di euro, per poche decine di atleti che praticano il bob. Zaia, imperterrito: “Gli alberi sono preziosi, però ogni anno 100mila ettari di prato diventano bosco in Italia, perché il bosco divora i prati. Far credere che ci sia una deforestazione incombente vuol dire non conoscere i dati”.

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